Banca d'Italia, Visco verso la riconferma. Rumors - Affaritaliani.it

Economia

Banca d'Italia, Visco verso la riconferma. Rumors

La sua poltrona non traballa più. Ecco perché Renzi non lo rottamerà

Tornano a rafforzarsi le quotazioni di Ignazio Visco per un secondo mandato alla guida della Banca d'Italia. Sono questi i rumors dell'ultima ora che arrivano dal Palazzo mentre il numero uno di Via Nazionale si appresta a leggere (domani) le sue Considerazioni finali. Relazione sullo stato di salute dell'economia italiana e del sistema bancario tricolore che sulla carta potrebbe essere l'ultime, essendo giunto Visco al termine dei suoi sei anni di incarico. 

renzi visco ape
 

Se il rinnovo era più incerto soltanto fino a 20 giorni fa, tanto che qualcuno riferisce di un braccio di ferro in corso fra il presidente della Repubblica Sergio Mattarella (cui spetta a novembre l'ultima firma per la complessa procedura di nomina) e il vero mazziere del governo, Matteo Renzi (favorevole a un cambio della guardia), i bene informati spiegano invece che nelle ultime ore la poltrona dell'economista napoletano non traballa più. E con lui quella del direttore generale Salvatore Rossi che con Visco dà vita a un affiatato e rodato ticket di lavoro. Mentre in molti a Via Nazionale scommettono su un'uscita del vice direttore generale Fabio Panetta, banchiere molto stimato e indicato come il vero candidato in pole position per succedere a Visco nel caso si fosse optato per la rottamazione del vecchio governatore.

Quali fattori spingerebbero in alto le quotazioni del secondo mandato di Visco? In primis, il voto anticipato. Se, come sembra, si andrà urne con il Proporzionale a fine settembre, emergerà molta probabilità un governo in stile Grosse Koalition Pd, Forza Italia ed eventuali centristi in funzione anti-Grillo. Configurazione che non permetterà a Renzi, a cui non è andata giù la gestione "troppo passiva" di Visco per i casi Montepaschi e la slavina Banca Etruria con il caso Boschi, di forzare la nomina con i propri alleati di governo, più propensi come il Quirinale per una continuità istituzionale. A maggior ragione in un contesto in cui Palazzo Chigi, sempre dopo l'estate, dovrà indicare anche il nuovo presidente della Consob (argomento su cui, riferiscono dall'entourage del Nazareno, il segretario Dem non mancherà di far sentire la propria voce). 

A novembre, poi, Renzi&C si troveranno ad affrontare settimane molto difficili con la stesura della manovra e il negoziato con la Commissione europea per i target del 2018. Argomenti sensibili per i mercati finanziari orientati a fare pochi sconti al nostro Paese che di lì a pochi mesi rimarrà orfano del quantitative easing di Mario Draghi. Argomenti che suggeriranno a Renzi di non offrire altri pretesti agli investitori di dubitare dell'esecutivo appena insediatosi.