Economia
BancoBpm accusa: “Con ops di Unicredit addio agli sportelli”. Ma la realtà è diversa
La banca di Piazza Meda ha già avviato un’opera di riduzione delle licenze bancarie e ha così ridotto la sua quota di mercato. La replica dell'istituto di credito: "Diminuzione in linea con il settore"



BancoBpm accusa: “Con ops di Unicredit addio agli sportelli”. Ma la realtà è diversa
Nella vicenda tra UniCredit e Bpm, che sfiora oramai i confini di tutto il risiko bancario, c’è una narrazione che circola con insistenza negli ultimi mesi: l’eventuale acquisizione di Banco BPM da parte di UniCredit sarebbe un danno anche per i dipendenti e clienti di Piazza Meda. Si è parlato di meno stabilità, meno opportunità, un futuro incerto. Peccato che i numeri delle filiali, uno degli elementi difensivi di Piazza Meda rispetto ai “temuti” piani di Orcel, raccontino una realtà ben diversa.
Diamo un’occhiata ai dati, quelli veri, quelli di Banca d’Italia. Nel 2019, Banco BPM contava 1.840 licenze bancarie, con una quota di mercato del 7,5%. Nell’ottobre 2024, le licenze sono scese a 1.452, con una quota di mercato che si è ridotta al 7,2%. In meno di cinque anni, Banco BPM ha perso quasi 400 licenze. Basta guardare il Piano Strategico 2023-2026, che prevede una riduzione di altre 100 filiali e una sforbiciata significativa sul numero di casse operative.
D’altro canto, non sembra siano stati stanziati particolari investimenti per rilanciare la rete, né figurano piani di espansione o ristrutturazione per gli sportelli. Si punta, quello sì, sul risparmio, con l’acquisto di 500 nuovi ATM evoluti, mentre il personale viene progressivamente ridotto. Intendiamoci, Unicredit non è certo un ente di beneficenza, ma ha seguito un percorso differente rispetto ad altri istituti. Nel 2019 contava 2.739 licenze, oggi sono 2.258, con una quota di mercato in lieve crescita, dall’11,1% all’11,2%. Ma è soprattutto MPS a distinguersi, passando da 1.442 licenze e una quota di mercato del 5,9% nel 2019 a 1.325 licenze e una quota del 6,6% a ottobre 2024, segnando un recupero significativo. C'è chi ridimensiona e chi investe, chi taglia e chi consolida. Pur ottimizzando la rete, sono pochi i gruppi che continuano a crescere, mantenendo una posizione di rilievo nel panorama bancario italiano.
L’11 febbraio Banco BPM presenterà i risultati e aggiornerà il piano strategico, così come farà Unicredit. E sicuramente le parole d’ordine saranno solidità e stabilità. La realtà, però, è che chi oggi grida al rischio occupazionale in caso di acquisizione dovrebbe sembra dimenticare quanto fin qui portato avanti.
La replica di Banco Bpm
"In relazione a quanto scritto sopra, Banco Bpm tiene a precisare che la razionalizzazione delle filiali citata sia attribuibile alla fusione tra Banco Popolare e Banca Popolare di Milano realizzatasi nel 2017, in seguito alla quale si sono talvolta trovate sulla medesima piazza due/tre sportelli derivanti dai gruppi bancari che hanno creato Banco BPM. Tale diminuzione è peraltro in linea con quella del settore, che ha visto una riduzione degli sportelli anche in relazione all’attuale prevalenza dei canali digitali".
"I punti di contatto con la clientela di Banco BPM sono oggi più di 3200, considerando il numero delle filiali, i Bancomat (che rappresentano un’evoluzione importante, con significativi investimenti, che porteranno alla sostituzione di buona parte delle apparecchiature in essere) cui si aggiungono i 140 punti imprese, le 54 filiali Aletti e i 25 centri corporate. In merito alla quota di mercato, si sottolinea inoltre che, nei territori di riferimento, Banco BPM ha una presenza che la colloca fra i primi tre (e talvolta fra i primi due) principali player bancari. In Lombardia, per esempio, la quota di mercato sportelli è del 13% con picchi superiori al 20% in alcune province".
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