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Economia
BankItalia, l'assist di Visco a Draghi sulle riforme. Le Considerazioni Finali
(fonte Lapresse)

Ripensare il futuro per costruire un'Italia più forte, più equa e più verde. Domani il governatore della Banca d'Italia, Ignazio Visco, leggerà le sue decime "Considerazioni finali" e, per la seconda volta consecutiva, lo farà davanti a un salone dei partecipanti semivuoto. La pandemia continua a imporre le sue regole e soltanto a una cinquantina di invitati sarà consentito assistere dal vivo all'evento. Tutti gli altri dovranno accontentarsi della Tv o delle dirette Internet.

Rispetto all'anno scorso il clima è però cambiato. Il coronavirus, grazie ai vaccini, sembra mordere meno e la fine del tunnel avvicinarsi. Il Pil, secondo le stime della Banca d'Italia, crescerà quest'anno di oltre il 4%. "L'avvio delle campagne di vaccinazione in Italia e nel resto del mondo", ha detto Visco in occasione dell'assemblea ordinaria dei partecipanti, "induce a un cauto ottimismo per il futuro". E tuttavia, ha aggiunto, "resta forte l'incertezza sull'evoluzione della crisi sanitaria e, di conseguenza, sulle prospettive dell'economia". 

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Lo scorso 31 maggio Mario Draghi alle Considerazioni Finali in
Via Nazionale in una sala semi-vuota per le norme Covid, format
che si ripeterà quest'anno

L'Italia è a uno snodo cruciale. I soldi del Recovery Fund rappresentano un'occasione che non puo' essere sprecata. Gli interventi del Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr), ha avuto modo di osservare il governatore, "devono essere volti ad accrescere il potenziale di crescita, definendo i progetti e le modalità di gestione in maniera da consentirne la pronta realizzazione, nei tempi stringenti previsti dal programma europeo e in conformità con le dettagliate indicazioni operative della Commissione europea".

Per le amministrazioni pubbliche si tratta di una sfida "non di poco conto". E che dovrà essere accompagnata da interventi strutturali profondi per ridare fiato al Paese. La partita del Pnrr, ha avvertito Visco, rischia infatti "di non essere sufficiente a garantire un innalzamento duraturo del ritmo di crescita se non sara' accompagnata da riforme che sciolgano i nodi che frenano lo sviluppo e l'investimento privato".

E il primo pensiero va a giovani e donne, le categorie che più hanno patito la crisi economica scatenata dalla pandemia. L'Italia, ha ricordato l'inquilino di Palazzo Koch, è "al primo posto per la percentuale di giovani tra i 15 e i 29 anni che non studiano, non lavorano e non seguono percorsi di formazione". Si tratta "di un drammatico spreco di potenzialità a livello non solo economico, con conseguenze particolarmente gravi sul piano sociale". 

Nasce da qui la necessità di pensare un Paese diverso, in cui sostenibilità e crescita trovino la giusta sintesi e che si faccia trovare pronto di fronte alle sfide dei nostri tempi. "Il cambiamento climatico e la pandemia", ha detto Visco, "sono i problemi globali più importanti dei nostri tempi. I due fenomeni sono correlati, in quanto molte delle cause profonde del cambiamento climatico, come la deforestazione e la perdita di habitat, aumentando le possibilità di contatto tra le persone e la fauna, amplificano anche il rischio di nuove pandemie".

Per farlo serve però una forte cooperazione internazionale. "L'attuale ripresa economica", ha osservato Visco, "offre un'occasione unica per promuovere i cambiamenti necessari. Come hanno recentemente riconosciuto i ministri delle finanze del G20 e i governatori delle banche centrali, dobbiamo dare forma alla ripresa investendo in tecnologie innovative e promuovere giuste transizioni verso economie e società più sostenibili".

Al centro resta l'idea di Europa, senza la quale tutti saremmo più poveri. Una "moneta senza Stato può durare fino a un certo momento. ma poi c'è bisogno di uno Stato e di un'unione di bilancio e la pandemia, in parte, sta spingendo verso quella direzione". Attese poi, visto il forte incremento post-pandemia del debito pubblico italiano al 160% del Pil, le valutazioni di Visco sulla sospensione e la riforma del Patto di Stabilità europeo, regole che nelle idee del vicepresidente della Commissione europea Valdis Dombrovskis dovranno tornare nel 2023. Poi il Fiscal Compact e la Vigilanza bancaria della Bce. 

 

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