Economia
Bce, l'ultimo taglio dei tassi dell'anno si avvicina. L'esperto: "Ora occhio ai mutui, ecco quale conviene di più"
L’ottavo taglio dei tassi della Banca Centrale Europea potrebbe arrivare il 5 giugno, ma il ciclo espansivo sembra giunto al capolinea. L'intervista a Saverio Berlinzani di ActivTrades

Bce verso un nuovo taglio dei tassi: ma sarà davvero l’ultimo?
Quasi tutti sono d’accordo: nella riunione di domani, 5 giugno 2025, la Banca Centrale Europea taglierà di nuovo i tassi di interesse di 25 punti base. Il tasso sui depositi scenderebbe così dal 2,25% al 2%, segnando l’ottavo taglio di fila da quando, un anno fa, è iniziata la fase di allentamento monetario. Una mossa ormai data per certa dai mercati, soprattutto dopo gli ultimi dati sull’inflazione, che mostrano un calo più forte del previsto nell’Eurozona. Segno che la BCE ha ancora spazio per agire e spingere un po’ la crescita.
Ma la vera domanda è: sarà davvero l’ultimo taglio? Oppure ci aspettano ancora nuove mosse nei prossimi mesi? Di tutto questo Affaritaliani.it ha parlato con Saverio Berlinzani, analista di ActivTrades, per capire cosa c’è davvero dietro la scelta della BCE e cosa possiamo aspettarci nei prossimi mesi.
"L'inflazione dei prezzi al consumo nell'Eurozona è scesa all'1,9% su base annua a maggio 2025, in calo rispetto al 2,2% di aprile e al di sotto delle aspettative di mercato del 2,0%. Questa è la prima volta che l'inflazione scende al di sotto dell'obiettivo del 2,0% della Banca Centrale Europea da settembre 2024, rafforzando le aspettative di un taglio dei tassi di 25 punti base, domani, 5 giugno, nella consueta riunione mensile", spiega Berlinzani.
"Un fattore chiave della decelerazione è stato il forte rallentamento dell'inflazione dei servizi, scesa al 3,2% dal 4,0% di aprile, il livello più basso da marzo 2022. Nel frattempo, l'inflazione core, è scesa al 2,3%, la lettura più bassa da gennaio 2022. Il taglio dei tassi da parte della BCE, previsto per domani, è quindi ampiamente prezzato dai mercati anche se non rappresenta il primo passo di allentamento monetario dopo una lunga fase restrittiva. Tuttavia, non è detto che segni l’inizio di un ciclo espansivo duraturo. Più che l’avvio di una nuova fase, potrebbe trattarsi di un aggiustamento tecnico, volto a sostenere la crescita senza riaccendere le pressioni inflazionistiche," aggiunge ancora.
Ma considerando che i tassi sono destinati a rimanere bassi solo fino al 2026 per poi risalire dal 2027, è da capire se la BCE sta puntando a una strategia di lungo termine o sta semplicemente guadagnando tempo in un clima generale di incertezza. Su questo punto Berlinzani spiega che: "non è dato sapere se sarà l’unico taglio del 2025, perché molto dipende dai prossimi dati macro e dagli eventi legati alle politiche commerciali americane oltre a quelle economiche".
Ma aggiunge: "Il messaggio di Francoforte però sembra chiaro: il percorso di disinflazione è in atto, ma la politica monetaria resta prudente, il che significa che non bisogna aspettarsi una banca centrale ultra-accomodante. La Bce sta comprando tempo, in attesa che si chiariscano la questione dazi e gli accordi commerciali tra paesi. In questo contesto, nel breve, chi ha un mutuo variabile potrebbe vedere un piccolo alleggerimento della rata, ma non è il momento per attendersi un ritorno ai tassi zero. Il tasso fisso continua ad offrire stabilità in un contesto di incertezza e timore. Le banche centrali stanno rallentando, non invertendo la rotta", conclude.