Benetton, Ryanair e Lufthansa. Alitalia, chi guarda allo spezzatino - Affaritaliani.it

Economia

Benetton, Ryanair e Lufthansa. Alitalia, chi guarda allo spezzatino

Luca Spoldi

Ai Benetton piace l’handling, Lufthansa e Ryanair guardano alle attività di volo, mentre la manutenzione potrebbe integrarsi...

Per le attività di volo si spera in una discesa in campo di Lufthansa, finora dettasi interessata solo ad una partnership commerciale. In alternativa potrebbe tornare in pista l’ipotesi Ryanair, dettasi già la scorsa estate interessata sì, ma solo alla flotta (in particolare al lungo raggio, contraddistinto da “una forte capacità di crescita”). In quell’occasione l’amministratore delegato Michael O’Leary si era impegnato mantenere “la maggior parte del personale Alitalia, in particolare piloti ed ingegneri”. Un accenno, quello agli “ingegneri” che farebbe pensare a un interesse anche per la attività di manutenzione, attualmente in Alitalia garantita dai 1.200 tecnici della direzione Engineering & Maintenance, con base principale presso l’hub di Fiumicino (dove al compagnia dispone di 4 hangar per interventi manutentivi).

Otre che sulla propria flotta, l’attività di manutenzione viene svolta per altre 110 compagnie aeree clienti (tra cui AirItaly, nel frattempo messa in liquidazione volontaria “in bonis”). Il business potrebbe dunque crescere e Ryanair, che a ottobre ha inaugurato un terzo hangar per la manutenzione della propria flotta presso l’aeroporto di Bergamo - Orio al Serio, investendo 4,5 milioni di euro e portando ad un centinaio il numero di tecnici coinvolti, potrebbe integrare tali attività con quelle già svolte da Ryanair Line Maintenance Engineering. In Italia l’aerolinea irlandese si avvale anche di una partnership con Atitech, che ha presso l’aeroporto di Napoli Capodichino la sua base operativa.

Difficile dire se proprio Atitech (le attività di manutenzione di Alitalia rilevate nel 2009 dalla società di private equity Meridie, del gruppo Lettieri) possa essere interessata alla partita, di certo finora la società, leader italiana del comparto con un fatturato di una settantina di milioni l’anno e 650 dipendenti, con 20 linee di manutenzione, cinque hangar e 270 aerei manutenuti all’anno di una trentina di diverse linee aeree clienti, è ormai un’azienda molto diversa da quella che era una decina d’anni fa.

Oggi per il gruppo Lettieri “Alitalia è un cliente importante, ma non condiziona più l’attività” e proprio per questo non si può escludere un interesse per gli asset in questione. Tutto dipenderà, per questa come per le altre attività messe in vendita, dal prezzo che il commissario Leogrande cercherà di spuntare e dagli impegni in termini di piano industriale, investimenti previsti, numero di dipendenti impiegati immediatamente o da reimpiegare nell’arco del piano e tutela del marchio che, come già nei precedenti tentativi, saranno inseriti nel nuovo bando di gara. Il rischio che resta dietro l’angolo è che proposte arrivino solo per la parte volo e che a pagare il conto degli ammortizzatori sociali da utilizzare per handling e manutenzione siano come sempre i contribuenti italiani.