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Economia
Btp, no brividi per il Quirinale. Nagel e Intesa "benedicono" Draghi al Colle
Mario Draghi, Alberto Nagel e Carlo Messina

Lo scenario di Draghi in "un ruolo istituzionale di primo piano per alcuni anni" che piace al Ceo di Mediobanca

Finora nessun brivido per il Quirinale sul mercato dei titoli di Stato. Specialmente mentre nella Capitale prende corpo l’ipotesi, secondo le indiscrezioni, di un trasferimento di Mario Draghi da Palazzo Chigi al palazzo del Quirinale. Nel giorno della prima votazione per il presidente della Repubblica, le contrattazioni delle obbligazioni sovrane sul secondario si sono aperte con un calo leggerissimo dello spread: a 140,7 punti base dai 141 di venerdì. Per salire poi a fine seduta a 145, vicino al picco degli ultimi 12 mesi, ma, molto, molto più basso dei 574 punti base toccati nel novembre 2011 e che segnarono la fine del governo Berlusconi.

Il tutto mentre il Pd tesse la tela per la soluzione che la scorsa settimana è stata “benedetta” con un dietrofront anche dal quotidiano della City, il Financial Times (convinto che il passaggio al Quirinale sarebbe “il modo migliore per portare avanti l’ottimo lavoro” fin qui svolto dal premier) che ha il polso degli umori della grande finanza internazionale (nei cui portafogli è parcheggiato circa un terzo dell’enorme debito pubblico italiano) e ben vista stamane anche dall’amministratore delegato di Mediobanca Alberto Nagel, a capo di un business non certo indifferente, per le ricadute sull’economia tricolore, ai cambiamenti nella governance e agli equilibri che si allineano nei palazzi del potere politico.

L'Italia rischia di fallire nell'ambizione di diventare un'economia più "business friendly" a meno che non proceda speditamente con importanti riforme strutturali e che non vengano finalizzate le riforme della concorrenza, della giustizia e della pubblica amministrazione, ha esordito il capo della merchant bank in un colloquio proprio con il Financial Times. “Una priorità strategica per l'Italia - ha ricordato Nagel - è quella di spendere bene le risorse, evitando rischi di inasprimento dello statalismo e favorire un ecosistema a tutti gli effetti business friendly". Riferendosi al fondo Next Generation EU e al Pnrr italiano, poi il banchiere ha fsottolineato che “il fondo per la ripresa può essere un game-changer in termini di ulteriore crescita economica, che è particolarmente significativa per un Paese indebitato”. E “chiaramente - ecco il passaggio che in molti hanno letto come un endorsement al cambio di palazzo per l’attuale premier - la migliore garanzia perchè questo accada è che Mario Draghi rimanga in un ruolo istituzionale di primo piano per alcuni anni". 

LEGGI ANCHE: Draghi al Colle, trattative dietro le quinte. Viminale alla Lega. Esclusivo

(Segue...)

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