Campari, il caro-commodity si beve il miglioramento dei margini: Borsa ko
Il colosso italiano del beverage ha generato profitti per 284,8 milioni, in crescita del 51,6% rispetto a quelli del 2020
Il titolo, maglia nera, perde il 9,77% a 9,29 euro in Borsa dopo lo slittamento dei target sui margini 2022
L’impennata dei costi dei materiali si mangerà l’incremento dei margini di Campari quest’anno e così il colosso tricolore del beverage guidato da Bob Kunze-Concewitz nonostante profitti raddoppiati nel 2021 crolla a Piazza Affari, lasciando sul terreno il 9,77% a 9,294 euro. Un andamento che durante la seduta di Borsa ha registrato anche una sospensione del titolo per eccesso di ribasso. Campari ha chiuso l’anno fiscale con 2,172 miliardi di euro di ricavi netti, in rialzo del 22,6% rispetto all'anno precedente. Fatturato che ha generato profitti per 284,8 milioni (+51,6%), dopo rettifiche, finanziarie e fiscali pari a -23,1 milioni. I numeri dell'utile netto sono inferiori alle previsioni di consensus.
Con riferimento alla marginalità, Kunze-Concewitz prevede che “la momentanea pressione sui costi dei materiali andrà a intensificarsi nell'anno corrente, posticipando il miglioramento della marginalità lorda (+70 punti base precedentemente previsti), e portando a un margine organico dell'Ebit sulle vendite sostanzialmente invariato nel 2022”. Tornando ai numeri, il margine lordo è stato pari a 1,29 miliardi (pari al 59,7% delle vendite) in aumento del 26,4% a valore.
La marginalità lorda è risultata in crescita a livello organico del 28,5%, generando un aumento del margine di +140 punti base. Il miglioramento della marginalità è riconducibile al mix di vendita favorevole, grazie alla sovraperformance degli aperitivi, alla sospensione dei dazi di importazione negli Stati Uniti e al migliore assorbimento dei costi fissi di produzione, raggiunto grazie all'aumento dei volumi e a una base di confronto favorevole. L'Ebit (18,4% delle vendite) e l'Ebitda (22,1% delle vendite) sono stati rispettivamente pari a 400,8 milioni e 480,6 milioni.
L'Ebit rettificato è stato pari a 435,2 milioni (+35,2% e pari al 20% sulle vendite), l'Ebitda rettificato è stato di 514,9 milioni (+28,8% a valore e +34,7% a livello organico), pari al 23,7% delle vendite. Gli oneri finanziari netti sono stati pari a 17,1 milioni, il free cash flow è stato pari a 332,3 milioni (da 168,6 milioni nel 2020) e l'indebitamento finanziario netto al 31 dicembre era pari a 830,9 milioni (da 1,1 miliardi a fine 2020), grazie alla sostenuta generazione di cassa durante l'anno.
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