Economia
La Cina completa il suo Gps, la sfida agli Usa si allarga anche al cielo e guarda all'Africa
BeiDou elabora più di un trilione di controlli di localizzazione al giorno

Donald Trump e Xi Jinping
Il Gps cinese e l'importanza a livello geopolitico della nuova tecnologia BeiDou
La guerra commerciale ma anche tecnologica tra Stati Uniti e Cina continua, anche se lo scontro dopo i recenti accordi raggiunti tra Washington e Pechino non è più ai livelli di un mese fa, quando i dazi imposti da Trump erano arrivati fino al 145%, ora gli Usa hanno addirittura aperto all'export in Cina di strumenti per chip. Ma la sfida tra Trump e Xi adesso rischia di allargarsi al cielo. Pechino, infatti, in anticipo sul previsto, - riporta Il Sole 24 Ore - ha appena lanciato l’ultimo satellite completando il nuovo rivale del Lonass russo, del Galileo europeo e soprattutto del GPS Usa che ha ancora quota di mercato assoluta. Oggi, con oltre 30 satelliti operativi BeiDou offre alla Cina (e ai suoi partner) qualcosa di ben più prezioso dei dati di posizionamento.
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Dal controllo del traffico marittimo nel Mar Cinese Meridionale alla guida autonoma dei veicoli elettrici, ogni aspetto della modernità digitale dipende infatti dalla geolocalizzazione. Chi ne controlla l’infrastruttura - prosegue Il Sole - detiene un potere invisibile ma pervasivo: non solo guida auto autonome e droni commerciali ma gestisce anche operazioni militari e flussi economici. Si tratta di uno strumento strategico che consente a Pechino di controllare dati, standard e flussi informativi su scala globale. L’Africa è il banco di prova perfetto. Integrare BeiDou nei sistemi di trasporto, agricoltura e sicurezza di Paesi come Etiopia, Algeria e Nigeria è una strategia per legare economie emergenti a uno standard cinese, creando dipendenza tecnologica.