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Economia
Cina, l'Ue vuole sospendere i dazi sull'alluminio per nove mesi
 Ursula Van Der Leyen
Lapresse

 

L'Unione europea dovrebbe imporre dazi sull'alluminio dalla Cina nel prossimo ottobre, ma poi per sospenderli per nove mesi, questo è quanto ha denunciato mercoledì scorso Face l'associazione europea industriale dell'UE, aggiungendo che ciò sicuramente danneggerebbe un settore già colpito dai forti rialzi dei prezzi della materia prima sui mercati posti di lavoro e invierebbe un segnale sbagliato a Pechino.

Questi dazi antidumping sono un'importante misura di protezione per le imprese europee e rappresentano un valore che l'UE deve incoraggiare, nonostante le attuali difficoltà riguardanti l'alluminio, come la sua disponibilità e i prezzi elevati", ha infatti dichiarato, Mario Conserva, Segretario generale di FACE , riferendosi ai prezzi dell'alluminio registrati dopo il golpe in Guinea. "Inoltre, questa sospensione sarebbe in contraddizione con la politica orientata alla sostenibilità che l'Unione Europea sta perseguendo, poiché questa misura sicuramente aumenterà le importazioni cinesi con un'elevata impronta di carbonio. Per questi motivi – ha aggiunto Conserva – un'ipotetica sospensione dei dazi antidumping sulla Cina non sarebbe la soluzione ma piuttosto un segnale negativo per le nostre aziende”.

La Commissione europea ha, infatti, avviato un'indagine sui prodotti laminati piatti in alluminio, utilizzati in una varietà di settori, dall'edilizia ai trasporti e ai beni di consumo durevoli, nell'agosto 2020 e ha fissato dazi provvisori tra il 19,3 per cento e il 46,7 per cento nell'aprile 2021. I dazi definitivi, probabilmente compresi tra il 14% e il 25%, si applicherebbero normalmente da ottobre per cinque anni. Tuttavia, dopo le lamentele di due utilizzatori di alluminio e di un importatore, saranno sospesi per nove mesi, ha affermato European Aluminium. Le importazioni oggetto di dumping hanno portato a una diminuzione della produzione e a una perdita di quote di mercato per i produttori europei in tutta l'intera catena del valore, che ha costretto diverse aziende a ristrutturare o chiudere stabilimenti con conseguente significativa perdita di posti di lavoro. "Chiediamo alla Commissione di lavorare con le sue controparti negli Stati Uniti e in Canada per affrontare la causa principale della Cina

comportamento distorsivo del mercato: sovraccapacità. I dazi antidumping offrono protezione contro il dumping a breve termine, ma abbiamo bisogno di una soluzione strutturale e globale per affrontare l'eccesso di capacità cinese sovvenzionato a lungo termine", ha detto Gerd Götz, direttore generale della European alluminium, la una sorta di rappresentanza dei produttori dell’alluminio a Bruxelles

La Commissione dal canto suo ha affermato che la sua indagine è ancora in corso, con eventuali misure definitive che dovranno essere imposte entro l'11 ottobre. Ha aggiunto di aver ricevuto una richiesta di sospensione e che la sta valutando, in consultazione con gli Stati membri dell'UE. Nessuna decisione fino ad ora commentano fonti di Bruxelles sarebbe stata presa, ma le indiscrezioni parlano comunque di una quasi sicura sospensione dei dazi per permettere una indagine approfondita da parte delle autorità di Bruxelles. “ E’ una decisione assolutamente inspiegabile. dice Luca Lorini, managing director di TurlaRfk srl di Brescia, azienda che dal 1967 fa estrusione di alluminio in Franciacorta- soprattutto alla luce dell’aumento dei prezzi della materia prima, a causa del colpo di stato in Guinea e della carenza di bauxite. Dare il via libera all’import dell'alluminio cinese sarebbe una ulteriore mazzata per i produttori europei.”

Sempre secondo Gertz i motivi di questa sospensione non sarebbero affatto giustificati dalle condizioni di mercato completamente cambiate rispetto ad un anno fa “La nuova richiesta di sospensione si riferiva a condizioni di mercato che erano cambiate rispetto alla presentazione della denuncia iniziale a metà del 2020.

Come molte materie prime, i prezzi dell'alluminio sono aumentati con il rimbalzo delle economie.” Il direttore di European Alluminium fa riferimento ai grossi rialzi della materia prima, provocati in grande misura dal recente colpo di stato Guinea, paese ricchissimo di bauxite, da cui si estrae gran parte dell'alluminio. al London Metal Exchange, infatti, il prezzo del metallo è schizzato ai massimi da dieci anni. Il nostro paese che è il secondo produttore europeo dopo la germania di alluminio, soprattutto concentrato nel distretto di Brescia, potrebbe essere quello maggiormente colpito da una decisione che a molti pare davvero inspiegabile.

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