Concordato preventivo, 210mila partite Iva "fantasma" scelgono la legalità - Affaritaliani.it

Economia

Ultimo aggiornamento: 09:54

Concordato preventivo, 210mila partite Iva "fantasma" scelgono la legalità

Emerse dal nero dell'evasione. Monitoraggio su 2,2 milioni di aziende che non hanno aderito al patto col governo

di Marco Santoni

Concordato preventivo, il viceministro Leo snocciola i numeri ufficiali e prepara la seconda fase

Il governo Meloni ha deciso di stringere un patto con le aziende legato ai controlli fiscali. L'accordo prevedeva che le per tutte le società che avrebbero aderito al "concordato preventivo" non ci sarebbero stati controlli da parte dell'Agenzia delle Entrate per due anni. Una norma che evidentemente ha convinto qualcuno a uscire dal "nero" ed entrare nella legalità col Fisco. Calcolando anche i patti stipulati nel 2024, il conto delle aziende che hanno intrapreso questa strada sale di 20mila unità e arriva a un totale di 210mila. Sono questi - riporta Il Sole 24 Ore - i due numeri chiave dell’edizione numero due chiusa ieri dal concordato fiscale, il patto preventivo biennale con cui il contribuente accetta di vedersi imputato il reddito calcolato dall’agenzia delle Entrate in cambio dell’esclusione dai controlli per il periodo coperto dall’intesa.

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Per misurare gli effetti del concordato, ha spiegato in mattinata il viceministro all’Economia Maurizio Leo, "bisogna considerare i numeri cumulati nelle due edizioni" del concordato. In questa chiave, il contatore misura 210 mila fra autonomi, professionisti e piccole imprese che fin qui hanno ricevuto voti da bocciatura piena nelle pagelle Isa sull’affidabilità fiscale, mentre ora hanno accettato di imbarcarsi nel percorso biennale che porta prima all’"otto", livello minimo per essere giudicati fuori da un concreto rischio evasione, al "dieci" a cui si arriva al secondo anno. I soggetti Isa attivi in Italia, però, sono 2,7 milioni; e sono di conseguenza 2,2 milioni quelli che hanno deciso sia lo scorso anno sia ora di non stringere l’accordo con il Fisco. Ora via al piano di controlli straordinari, si entra nella nuova fase.

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