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Economia
Coronavirus, Intesa-Sanpaolo, Enel e Salini: comprare in tempo di epidemia

Chiamatela, se volete, tentativo di stabilizzazione. Fatto sta che nonostante l’aumento esponenziale dei nuovi contagi da Covid-19 confermati in Italia e nel resto del mondo e la necessità che passino almeno altri 12-18 mesi prima che un vaccino possa essere disponibile su larga scala, l’indice Ftse Mib di Piazza Affari ha terminato l’ottava vicino ai valori visti venerdì scorso.

Se la situazione dovesse evolvere anche solo minimamente in positivo vi potrebbe dunque essere la possibilità di assistere ad recupero del listino italiano, non fosse altro per il fatto che il nostro Paese ha subito prima di altri l’assalto del Covid-19 e prima di altri, si spera, dovrebbe uscire dall’emergenza. Alcuni titoli già hanno messo a segno rimbalzi importanti: è il caso di Salini Impregilo, che oggi ha sfiorato il +10% dopo aver già guadagnato quasi il 40% nelle 5 sedute precedenti, di Snam (+29% circa il risultato settimanale sino a ieri, ma oggi il titolo perde oltre il 6%), di Terna (+21% il bilancio settimanale a ieri, ma anche lei oggi è in calo del 3,5% circa).

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Vittoria di tappa per Bper Banca, che oggi sale del 13% e così raddoppia il risultato positivo già ottenuto nelle precedenti cinque sedute di borsa. In questo caso il rimbalzo è favorito dalla notizia dello sconto strappato a Intesa Sanpaolo per quanto riguarda l’esborso per i 400-500 sportelli che verranno ceduti nell’ipotesi di successo dell’Ops su Ubi Banca e successiva fusione dei due istituti. Ora l’istituto emiliano prevede di sborsare circa 400 milioni contro i 780 milioni circa preventivati inizialmente, cosa che consentirà di tarare al ribasso anche l’atteso aumento di capitale finora stimato da 800 milioni e che potrebbero invece limitarsi a soli 400 milioni, per un centinaio di milioni in capo al gruppo Unipol (cosa che ridurrà ulteriormente il rischio di esecuzione).  

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Risultati “col botto” anche per Ferragamo (oggi finita sospesa al rialzo, in una settimana in crescita di oltre il 25%), per Enel (che ha recuperato attorno al 14%), per Amplifon (+13% circa nelle ultime 5 sedute), per Diasorin (che tira il fiato dopo il via libera Fda al nuovo test per il Covid-19 ma porta a casa un recupero di quasi 10 punti), Telecom Italia (+20%, sull’onda dell’impennata del traffico web), persino per Campari (che nonostante il rischio di un proseguimento del “lockdown” è salita di quasi 17 punti in settimana). 

Il rimbalzo tecnico per questi e altri titoli ci sta tutto, essendo una parte dei cali legati a vendite allo scoperto (vietate da Consob per i prossimi tre mesi) e alla liquidazione delle posizioni da parte dei fondi, pressati dalla richiesta di riscatti (che dovrebbe attenuarsi, almeno per i prodotti azionari e obbligazionari italiani dopo il cambio di strategia annunciato dalla Bce). Quello che però ci si chiede ora è quali altri titoli potrebbero recuperare terreno nelle prossime sedute. Uno potrebbe essere proprio Intesa Sanpaolo.

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Il titolo piace a Equita Sim, che in generale ritiene sia prudente ridurre il peso del settore bancario in portafoglio (“underweight”) ma alza da “hold” (mantenere) a “buy” (acquistare) il suo giudizio sulla banca guidata da Carlo Messina perché potrebbe essere favorita dal “fly to quality” che per Equita proseguirà essendo Intesa Sanpaolo guidata da un management di ottima qualità, in grado di distribuire negli ultimi 10 anni 20 miliardi di dividendi agli azionisti, con un Cet1 che sarebbe intaccato solo nel caso, catastrofico, che il tasso di default medio si mantenga per tre anni attorno o sopra il 4,8% e che tuttora tratta a multipli vicini a quelli del 2013 (nonostante da allora l’istituto si sia rafforzato significativamente).

borsa
 

Enel, tanto più dopo gli ottimi risultati 2019 e la previsione di un impatto per il momento contenuto del Covid-19 sui conti di quest’anno, potrebbe a sua volta proseguire la corsa almeno sino ai 6,6-6,7 euro, ossia un altro 10% al di sopra dei livelli attuali, con alcuni analisti come quelli di Mediobanca Securities che hanno anzi ribadito un giudizio (“outperform”, farà meglio del mercato) e un prezzo obiettivo (8,6 euro) che lasciano sperare guadagni ancora più rotondi nei prossimi mesi. 

Persino tra i petroliferi, colpiti dal crollo delle quotazioni del greggio su livelli di prezzo che non si vedevano dal 2003, spunta qualche raggio di sole: Eni, +7% abbondante in settimana a 7,1 euro per azione dopo aver annunciato una frenata degli investimenti per l’anno in corso, ha visto il titolo in borsa confermare la validità dei supporti tecnici in area 6,3 euro e può ora rimbalzare fin verso i 9 euro o più, in attesa di riportarsi in area 11,3 euro ossia sui supporti precedenti al crollo di queste settimane. 

Saipem, +16% circa di rimbalzo in settimana, potrebbe invece prendersi una piccola pausa prima di tornare a recuperare terreno. Nel frattempo la società si è accordata con Equinor per sviluppare una soluzione tecnologica per un parco di pannelli solari galleggianti adatti ad essere installati vicini alla costa. L’ambizione, nell’ambito dell’incremento strategico del peso delle rinnovabili sul business model del gruppo, è quella di divenire uno dei principali fornitori di soluzioni costiere e offshore per i parchi di pannelli solari galleggianti. 

Insomma: nonostante la tempesta perfetta che si è abbattuta su Piazza Affari, il listino italiano dà segni di vita tutt’altro che trascurabili ed è certamente un bene, anche se alcuni titoli come Atlantia (che solo grazie al +12,5% dell’ultima seduta è riuscita a evitare di chiudere in rosso una settimana che fino a ieri la vedeva in calo di un altro 5,5%), o Leonardo (-17% circa nelle ultime 5 sedute) potranno continuare a risentire del clima di incertezza che riguarda il settore dei trasporti, ormai in tutto il mondo.

Luca Spoldi

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