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Economia
Coronavirus, Patuanelli: "Restano aperte solo il 35% delle attività"

Coronavirus, Patuanelli: "Restano aperte solo il 35% delle attività"

Il Coronavirus in Italia avanza e il governo è corso ai ripari con un decret ancora più restrittivo per le aziende. "Restano aperte solo il 35% delle attività - spiega il ministro per lo sviluppo economico Stefano Patuanelli a Repubblica - l’Italia è diventata un modello di riferimento per gli altri Paesi che stanno adottando le nostre stesse misure. Quando abbiamo chiuso le scuole ci osservavano con diffidenza, adesso lo stanno facendo tutti. Ci basiamo sul confronto quotidiano che abbiamo con il comitato tecnico scientifico e con l’Istituto superiore di sanità. Le misure sono arrivate nei tempi dettati da questo confronto". Ceduto alle pressioni di Confindustria? «No. Anche perché c’è un grandissimo senso di responsabilità di tutti i settori produttivi e dei singoli imprenditori».

"Chiude tutta la metallurgia, tutta la fabbricazione di prodotti di metallo. Della fabbricazione di computer e prodotti di elettronica e ottica — che conta 24 codici — ne resta aperto solo uno. Resteranno aperte il 35% circa delle attività. Per quanto non ci sia una curva così ripida come quella della Lombardia (in altre regioni), per evitare di avere picchi di crescita è necessario agire ovunque". Perché un annuncio a notte fonda lasciando tanta incertezza? «Nei primi due giorni di questa settimana le aziende possono restare aperte per predisporre la chiusura, che deve avvenire comunque entro mercoledì mattina. La necessità di avvisare il Paese di quello che stavamo facendo segue un principio di trasparenza e chiarezza che il presidente del Consiglio e il governo stanno mettendo al centro della loro azione".

Ma la nuova stretta non mette a rischio le filiere protette? «Abbiamo un allegato che individua i settori che devono restare aperti. Laddove vi fosse un’attività - prosegue a Repubblica Patuanelli - che non è espressamente indicata, ma che serve una filiera essenziale, può continuare a operare comunicandolo al prefetto. Che ha la possibilità di bloccarla, se non ci sono i requisiti, ma in assenza di un intervento la produzione può continuare». Il divieto di circolazione al di fuori del proprio comune è senza precedenti. È davvero necessario, visto che il 95% degli italiani rispetta le regole? «Il virus si muove con le persone. Più si limita la loro circolazione e più si limita la diffusione del contagio. Siamo consapevoli che stiamo chiedendo grandi sacrifici ai nostri cittadini, ma è una battaglia che possiamo vincere solo se ognuno di noi fa la sua parte".

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