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Economia
Daimler, i camion sgommano al Dax. Mercedes riacciuffa VW sulle Ipo automotive

Il titolo della controllata Mercedes ha chiuso a 29 euro dopo aver toccato un massimo di 30,66 euro

Rombo dei motori e sgommata di Daimler Truck&Buses al Dax30 di Francoforte: il più grande produttore di camion al mondo corre in una borsa negativa, passaggio che segna il tanto atteso scorporo da Daimler AG pianificato da febbraio, accolto bene dagli investitori sempre più attirati dai produttori di veicoli sostenibili. Dopo la separazione in due entità indipendenti e la decisione di ribattezzarsi Mercedes-Benz focalizzata su auto e furgoni nel segmento lusso e premium, il titolo della controllata del colosso automobilistico tedesco che produce la Mercedes ha aperto a 28 euro (con una capitalizzazione iniziale di 23 miliardi), a metà mattinata ha scambiato a 30,265 euro, dopo aver toccato un massimo di 30,66. A fine giornata ha chiuso le contrattazioni a 29,925 euro. 

Gli spin-off dovrebbero consentire alle due società di affrontare al meglio le sfide legate alla fine dei motori a combustione. Lo scorporo "risponde al fatto che le vetture e i camion non hanno alcun punto in comune" sotto questo profilo, nota Frank Schwope, analista dei Nord/LB. Le batterie sono al centro dell'elettrificazione delle auto mentre "l'idrogeno gioca un ruolo importante per i camion", ha spiegato infatti Ola Kallenius, numero uno di Daimler che manterrà la gestione di Mercedes-Benz. E che si è detto sicuro che l'operazione "creerà valore. Camion e auto hanno necessità diverse. Liberiamo tutto il potenziale delle due imprese". 

Daimler ha portato a compimento il percorso iniziato esattamente quattro anni fa, il 17 ottobre 2017, fa con la grande riorganizzazione del gruppo da cinque a tre divisioni: auto&van, camion e autobus, servizi finanziari. Daimler Truck, che impiega 100.000 persone, ha lanciato la produzione del camion elettrico eActros a ottobre e autobus urbano elettrico dal 2018, mentre il marchio Freightliner, punto di riferimento negli Usa, lancerà un autocarro elettrico nel 2022. Il cambio di nome da Daimler a Mercedes-Benz entrerà in vigore il primo febbraio.

Con l'operazione, gli azionisti di Daimler hanno ricevuto un'azione di Daimler Truck ogni due azioni detenute nella capogruppo. In totale il 65% dei circa 826 milioni di azioni che compongono il capitale di Daimler Truck sono stati trasferiti agli azionisti di Daimler, holding che conserverà il 35% restante del capitale (di cui una quota del 5% che sarà trasferita al Daimler Pension Trust) e fornirà alla controllata una liquidità netta di 5 miliardi di euro fino alla fine dell’anno.

Daimler Trucks&Buses è leader del mercato mondiale dei camion per ricavi ed è numero uno in Europa con il 20% delle quote di mercato, dopo Man, Volvo, Iveco e Scania.  Ma resta indietro rispetto a rivali in termini di margini di profitto. La società ha realizzato nel 2020 un fatturato di 35 miliardi di euro contro 44 miliardi nel 2019, con un utile operativo di 525 milioni contro i 2,7 miliardi dell'anno precedente. Il quadro comunque è in miglioramento. Gli analisti di Berenberg rilevano che i margini di Daimler Truck sono aumentati in modo convincente grazie alla ripresa in corso in Europa. 

Secondo quanto comunicato da Daimler Truck durante il Capital Markets Day di novembre, la società registra le migliori performance nel Nord America, dove dall'inizio dell'anno ha visto un ritorno sulle vendite adjusted del 10,8%, a fronte del 7,2% in Asia e appena il 4,5% in Europa. Per quest’anno, secondo quanto ha fatto sapere la società, punta a un margine del 6-8% e del 7-9% per il 2022. I costi fissi dovrebbero diminuire del 15% entro il 2023 rispetto al 2019.

"Oggi è un giorno storico per Daimler Truck: per 125 anni, la nostra attività di camion e autobus ha fatto parte del gruppo Daimler. Ora stiamo diventando una società quotata indipendente", ha affermato Martin Daum, presidente del consiglio di amministrazione di Daimler Truck. "Questo 10 dicembre 2021 è soprattutto una linea di partenza. Perchè ora le cose stanno davvero iniziando. Ora guardiamo avanti con coraggio e fiducia".

L’arrivo in borsa giunge a due anni e mezzo dall’Ipo dei camion del concorrente Volkswagen, il colosso Traton che comprende marchi come Man e Scania, e segue la logica degli spin-off, modalità importante per le grandi aziende di creare valore e rispondere agli investitori che chiedono un modello di business più definito.

Così, stando a quanto hanno rivelato mercoledì Handelsblatt e da Reuters, l’automotive tedesca si prepara anche alla quotazione di Porsche, marchio sportivo controllato dalle famiglie Porsche e Piech (che hanno il 31,4% e il 53,4% dei diritti di voto Volkswagen) e valutato tra i 45 e i 90 miliardi di euro anche per finanziare gli investimenti necessari alla transizione verso l’elettrico della casa madre di Wolfsburg.

Sempre Volkswagen, all’interno della propria strategia di elettrificazione per cui investire nei prossimi cinque anni 159 miliardi, sta valutando la cessione o la quotazione della propria divisione batterie che, secondo quanto ha spiegato il ceo del gruppo automotive tedesco Herbert Diess, dovrebbe generare vendite pari a 20 miliardi di euro entro la fine del decennio. La divisione sarà guidata dal membro del consiglio di amministrazione Thomas Schmall ed è prevista la costruzione di sei grandi gigafactory con partner in tutta Europa entro il 2030. 

@andreadeugeni

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