Dollaro impazzito sul valutario. Algoritmo flash gela i traders - Affaritaliani.it

Economia

Dollaro impazzito sul valutario. Algoritmo flash gela i traders

Il 2016? Anno nero per alcune monete. Ecco quali

Un algoritmo impazzito torna a gelare i traders sul mercato valutario. Il dollaro che sta per entrare nell'era espansiva di Donald Trump ha fermato la sua corsa troppo presto nei confronti dell'euro? Sulle piazze finanziarie asiatiche, complici anche gli scambi sottili dell'ultima seduta dell'anno, gli operatori sul mercato delle monete si son visti gelare il sangue quando hanno visto materializzarsi troppo presto quella correzione del dollaro che molti si attendono dopo il grande rally che il biglietto verde ha messo a segno nel 2016. Un trend che strutturalmente, secondo molti operatori, potrebbe proseguire anche nel 2017 portando l'euro, a 15 anni dalla sua nascita, alla parità con il dollaro. Parità da raggiungere, ovviamente, non senza volatilità e stop&go.

Così stamattina un ordine generato da un computer attraverso un algoritmo ha creato una turbolenza che ha portato le quotazioni fino a 1,0653 (+1,6%, vedi il grafico sopra). Un balzo inaspettato che ha creato qualche problema fra i traders che si sono dovuti ricoprire con perdite fino alla normalizzazione delle quotazioni. 

Se nel corso del 2017 il grande market mover del biglietto verde sarà la velocità con cui la Federal Reserve accelererà nello scenario di divergenza della politica monetaria con l'area euro, nell'ultima sessione (col brivido) del 2016 il nuovo rialzo sul cambio euro-dollaro è spinto dal calo della valuta statunitense, colpita dal super yen e dai dati macroeconomici Usa inferiori alle attese. I rendimenti dei titoli di Stato a stelle e strisce hanno toccato i minimi di due settimane, con il titolo a 10 anni in ribasso al 2.48%. Questo scenario pesa sul dollaro, portando il cambio euro-dollaro in rialzo, perché il rialzo dei rendimenti è stato uno dei motivi principali della super forza del biglietto verde nell’ultimo mese.

Sul cambio euro-dollaro influiscono poi gli ultimi dati pubblicati dall'Ufficio federale di statistica che hanno deluso il mercato, come il deficit commerciale degli Stati Uniti che è aumentato a novembre per una cifra annuale totale di 65,3 miliardi di dollari, contro le attese di 61,5 miliardi. L’export è aumentato dell’1% a 121,7 miliardi, mentre le importazioni hanno segnato 187 miliardi di dollari, in miglioramento dell’1,2% rispetto ad ottobre.

Quello odierno del dollaro è solo l'ultimo dei molti scossoni che il 2016 ha registrato sul mercato valutario, a partire dal flash-crash del 7 ottobre della sterlina, quando sempre sui mercati asiatici un crollo lampo, in aria di Brexit, ha affossato le quotazioni del pound, portandolo a un minimo da 31 anni sul dollaro, a quota 1,1841, e da 7 anni sull'euro, a 0,9415. Una variazione scatenata dagli ordini automatici degli operatori, scattati in una fase di inizio scambi, quando la liquidità è scarsa e il valore delle valute è soggetto a oscillazioni più forti. Proprio come la seduta odierna sul valutario. 

Più in generale, gli ultimi dodici mesi sul valutario sono sicuramente da dimenticare per alcune monete. Ecco quali:

La sterlina egiziana, che in un anno ha perso il 59% circa nei confronti del dollaro. A novembre, il Cairo ha preso la decisione di lasciare che la sua moneta fluttuasse liberamente, una mossa adottata per cercare di alleviare la propria profonda crisi economica e accedere al prestito di emergenza dell Fmi. 

La Naira nigeriana, che ha lasciato sul terreno il 37% sempre nei confronti del biglietto verde. La Stato africano ha dovuto lottare con bassi i prezzi del petrolio per la maggior parte dell'anno (l'oro nero è la principale risorsa del Paese, da cui dipende circa il 70% delle sue entrate fiscali), un trend che ha messo la sua moneta sotto pressione. La sua economia, inoltre, è stata colpita da frequenti attacchi dei terroristi di Boko Haram e di bande criminali locali, molti dei quali mirati l'industria petrolifera.

La lira turca: -18% nei confronti del dollaro. Dopo il -6% lasciato immediatamente sul terreno dopo il colpo di stato miliatare fallito nel mese di luglio, la moneta di Ankara ha continuato a scivolare nella seconda parte dell'anno, dopo che le agenzie di rating S&P e Moody ha abbassato il merito di credito del Paese a spazzatura. Inoltre, la Turchia ha accumulato enorme debito estero negli ultimi 10 anni, tanto che il Fmi e altri osservatori internazionali hanno avvertito Ankara che la sua dipendenza dai soldi stranieri ha raggiunto un livello insostenibile. 

(Segue: 2016 anno nero per alcune monete. Ecco quali)