Effetto fine shutdown ma non solo, oro alle stelle. Ma non è ancora niente: ecco la previsione per il 2026 - Affaritaliani.it

Economia

Ultimo aggiornamento: 08:20

Effetto fine shutdown ma non solo, oro alle stelle. Ma non è ancora niente: ecco la previsione per il 2026

Il prezzo è salito a 4.130 dollari l'oncia, pesa l'incertezza economica negli Stati Uniti

di Marco Santoni

Prezzo dell'oro alle stelle, la previsione choc per il 2026: supererà i 5.000 dollari l'oncia

L’oro è salito oltre quota 4.130 dollari l'oncia (+0,51% a 4.136,63 dollari), toccando il massimo delle ultime tre settimane, in una giornata segnata dall’approvazione da parte del Senato statunitense del piano per riaprire il governo federale dopo 40 giorni di shutdown. La misura, che ora passa alla Camera, potrebbe ridurre la domanda di beni rifugio come il metallo prezioso, anche se la crescente incertezza economica negli Stati Uniti continua a sostenere le quotazioni. JP Morgan Private Bank, intanto, prevede che il prezzo possa superare i 5.000 dollari l’oncia nel 2026, sostenuto dagli acquisti delle banche centrali dei Paesi emergenti.

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I prezzi del petrolio invece viaggiano in calo sui mercati asiatici mentre gli investitori attendono i rapporti chiave del settore tra crescenti preoccupazioni per un potenziale surplus dell'offerta globale. I future sul Wti cedono lo 0,48% a 59,84 dollari al barile e quelli sul Brent arretrano dello 0,34% a 63,83 dollari al barile. Mercoledì l'Opec pubblicherà le sue previsioni mensili sul mercato, insieme al rapporto annuale dell'Agenzia internazionale per l'energia.

I prezzi del petrolio sono stati recentemente sottoposti a pressioni, poiché si prevede che l'offerta globale supererà la domanda, con l'Opec e i suoi alleati, tra cui la Russia, che allentano i limiti alla produzione, mentre i produttori non appartenenti al Cartello aumentano la produzione. Nel frattempo, le principali compagnie petrolifere russe, Rosneft Pjsc e Lukoil PJsc, devono affrontare le sanzioni statunitensi legate al conflitto in Ucraina, con Lukoil che avrebbe dichiarato forza maggiore sulle spedizioni dal suo giacimento West Qurna 2 in Iraq.

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