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Economia
Price Cap, Cingolani ottimista: "L'Europa condivide la posizione dell'Italia"

Crisi energetica, Italia ottimista sul Price Cap europeo


Fonti di Palazzo Chigi spiegano che il Consiglio Europeo dei ministri dell’energia ha segnato un passo molto importante nella direzione di ottenere un tetto al prezzo delle importazioni di gas. I ministri hanno impegnato la Commissione a presentare una proposta specifica entro metà settembre, insieme ad altre proposte per riformare il mercato dell’energia e ridurre quindi le bollette. Come l’Italia sostiene dall’inizio del conflitto in Ucraina, un tetto europeo al prezzo delle importazioni di gas è il modo migliore per aiutare le famiglie e le imprese europee, contenere il tasso d’inflazione, ridurre i finanziamenti alla Russia. 

“La Commissione e molti altri paesi europei condividono la posizione dell’Italia” ribadisce il ministro Cingolani. 

C’è fiducia che il prossimo Consiglio Europeo dei capi di Stato e di Governo saprà prendere decisioni ambiziose, nell’interesse dei cittadini europei.

 

Energia e price cap al gas, il monito della commissaria Ue Simson 

La Commissione Europea nel Consiglio straordinario sull'Energia ha messo a punto una serie di proposte per frenare l'aumento spropositato dei prezzi del gas, al fine di contrastare la “manipolazione” del mercato da parte di Mosca. "Oggi diversi ministri ci hanno chiesto di analizzare il price cap per il resto del gas importato dall'Ue: se lo scopo della nostra politica è contrastare la manipolazione russa delle consegne di gas all'Ue, ha senso prendere di mira solo il gas russo", ha detto la commissaria europea per l'Energia, Kadri Simson, al termine del Consiglio straordinario.

"In questa fase nulla è fuori discussione" ma, ha sottolineato, "un tetto generalizzato alle importazioni di gas, incluse quelle di Gnl, potrebbe presentare una sfida alla sicurezza dell'approvvigionamento". Oltretutto, l'Ue "non è tra i principali acquirenti" di Gnl e ora quello che è "importante" è rimpiazzare le forniture russe con quelle di "fornitori alternativi".

La Commissione sta infatti "studiando la possibilità di imporre un tetto al Gas russo importato via gasdotto". Un price cap al gas via tubo "colpirebbe le casse della Russia e non le permetterebbe di mantenere i ricavi tagliando le forniture. Intendiamo aumentare il nostro lavoro sulla piattaforma energetica, per negoziare prezzi più bassi da altri fornitori: ho in programma di visitare l'Algeria per discutere forniture aggiuntive all'Europa. Non c'è una soluzione unica che abbassi in modo significativo i prezzi e assicuri le forniture. Dobbiamo continuare il lavoro con determinazione su tutti i fronti". 

Il ministro dell'Industria ceco Jozef Sikela, per la presidenza, ha detto che tra i Paesi c'è "una visione prevalente" per cui "serve un tetto come misura di emergenza, "ma bisogna dare più tempo alla Commissione per affinare dove" esattamente porre il tetto. Alla domanda diretta se la Commissione proporrà o meno martedì prossimo un tetto al prezzo del gas, Simson non ha risposto: la decisione "non è stata ancora presa" e "la commenteremo martedì", ha detto.

Tetto al prezzo del gas, Cingolani: “La maggioranza dei Paesi Ue è favorevole alla misura”

Al termine della riunione dei ministri dell'Energia è interveuto anche il ministro italiano Roberto Cingolani. "Quindici Stati sono a favore di un tetto generalizzato al prezzo del gas, dunque non solo a quello importato dalla Russia. Tre vorrebbero un tetto solo al prezzo del gas russo. Altri tre non hanno posizioni pregiudiziali ma condizionano la scelta a verifiche sulla sostenibilita' economica di lungo termine e sull'eventualià' che questa misura metta in difficoltà Paesi deboli. Infine, 5 sono contrari o neutrali non avendo grande necessita' di gas non hanno espresso posizione", ha detto Cingolani. "Si tratta di una maggioranza molto forte, lo scenario è molto chiaro per cui abbiamo chiesto che sia inserito nel mandato alla Commissione per elaborare al piu' presto uno scenario". 

Per il ministro Cingolani il risultato della riunione è "positivo": "Tutti i ministri hanno detto che non c'è tempo da perdere perchè i livelli di costo dell'energia sono molto alti".  Poi il disaccoppiamento fra prezzo del gas e prezzo dell'elettricità: su questo la Commissione lavorerà "nelle prossime settimane". La Commissione dunque ha ricevuto il mandato a procedere con proposte specifiche (attese la prossima settimana) sul recupero delle rendite inframarginali, la tassa sugli extraprofitti delle società che producono energia fossile e il sostegno alla liquidità degli operatori del settore energetico. I paesi contrari al tetto al prezzo del gas o che hanno dei timori a procedere in tale direzione "sono limitrofi alla fascia est dell'Europa, non sono i grandi energivori"

Energia e price cap al gas, la Germania frena. Scholz: "La discussione è prematura" 

A frenare sul price cap resta invece la Germania. "E' prematura l'attuale discussione sul price cap del gas:  non ha senso adesso fare speculazioni su questo, non siamo ancora a questo punto", ha detto Olaf Scholz a una conferenza stampa a Berlino a fianco del presidente del Consiglio europeo Charles Michel.

"Non dobbiamo fare l'ultimo passo antecedente al primo", ha aggiunto il cancelliere, secondo il quale "dobbiamo prima vedere come la situazione negli altri Paesi Ue". A detta di Scholz, gli stoccaggi di gas in Germania sono stati riempiti a sufficienza, "ma in effetti questo non è stato possibile nella stessa misura in altri Paese". Per Scholz "la cosa più importante adesso è fare tutto quello che è possibile per far abbassare i prezzi", dunque bisogna agire affinchè la tensione sui mercati si allenti. 

Energia, Descalzi incontra il presidente della Costa Avorio: focus sui progetti nel Paese

Nel frattempo, fuori dai confini Ue, il presidente della Costa d'Avorio Alassane Ouattara ha incontrato ad Abidjan l'amministratore delegato di Eni Claudio Descalzi, per fare il punto sulle attività dell'azienda nel Paese, sui progetti futuri e sulle aree di interesse comune e collaborazione.

Descalzi, si legge in una nota, ha illustrato al presidente lo sviluppo in corso di Baleine, la scoperta di idrocarburi effettuata da Eni nell'offshore del Paese, che sarà il primo sviluppo Net Zero (scope 1 e Scope 2) in Africa.

I risultati positivi del pozzo Baleine E1X recentemente perforato, oltre a confermare l'estensione della scoperta nel blocco adiacente (CI-802, Operatore Eni, Petroci 10%), portano i volumi di idrocarburi in posto a oltre 2,5 miliardi di barili di petrolio e circa 100 miliardi di metri cubi di gas associato, aumentando le valutazioni iniziali del 25%. L'avvio della produzione della prima fase di Baleine è confermato nella prima metà ddel 2023, a soli 18 mesi dalla scoperta.

Il presidente Ouattara e Descalzi, prosegue la nota, hanno "anche discusso delle numerose iniziative che Eni sta sviluppando per compensare le emissioni del giacimento di Baleine. Queste includono un ampio programma di distribuzione di fornelli migliorati, prodotti nel paese, con ricadute economiche locali dirette - iniziato nel giugno 2022 con impatto su 400,000 beneficiari, e progetti per la conservazione, il ripristino e la gestione di foreste e savane, nell'ambito dello schema REDD+".  Questi progetti si basano sull'accordo firmato ieri con il Ministero ivoriano delle Acque e delle Foreste e sono attualmente in fase di definizione su un'area di 377mila ettari.

"Tutti i progetti di compensazione delle emissioni di carbonio sono concepiti e sviluppati al fine di fornire significativi impatti positivi ambientali, sociali ed economici per le comunita' locali", si legge nella nota. Descalzi ha inoltre aggiornato il Presidente sul local content e sulle iniziative in corso di capacity building per formare personale altamente qualificato e favorire il trasferimento di conoscenze e tecnologie, nel quadro del MoU firmato a dicembre 2021. L'iniziativa coinvolgera' 400 quadri e tecnici.

Infine, "le parti hanno convenuto di definire iniziative congiunte nella filiera agroindustriale, per utilizzo nella bioraffinazione. Eni opera in Costa d'Avorio attraverso la sua controllata Eni Cote d'Ivoire Limited dal 2015. Oltre ai blocchi CI-101 e CI-802, sui quali si estende il giacimento di Baleine, Eni possiede partecipazioni in altri cinque blocchi nelle acque profonde ivoriane: CI-205, CI-501, CI-504, CI-401 e CI-801, tutti con lo stesso partner Petroci Holding. Queste recenti attivita' di esplorazione segnano il ritorno della compagnia nel Paese; Eni è stata attiva nei settori upstream e downstream della Costa d'Avorio negli anni '60 e '80", conclude la nota.

 

 

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