Economia
Ex Ilva, Urso: "Intesa con Taranto o spostiamo la produzione a Gioia Tauro". L'ultimatum
Il nodo resta la nave rigassificatrice, spunta la data limite per l'accordo

Adolfo Urso
Ex Ilva, il futuro di Taranto in una settimana: l'ultimatum di Urso
Continua la difficile trattativa tra governo e Taranto sul futuro dell'ex Ilva. La data limite per l'intesa era stata fissata al 31 luglio ma le cose sono cambiate e ora il ministro del Made in Italy e delle Imprese, Adolfo Urso, ha deciso di posticipare la decisione finale al 12 agosto.
Il nodo riguarda la nave rigassificatrice, indispensabile per un certo tipo di produzione di qualità ma che il comune di Taranto, la Regione Puglia e gli enti locali non vogliono in prossimità delle coste dove è presente l'acciaieria. Ieri allora Urso, intervenendo a un evento in Calabria, ha lanciato una sorta di ultimatum: "Intesa con Taranto - dice il ministro e lo riporta Il Fatto Quotidiano - o la produzione passa a Gioia Tauro".
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L'ipotesi è quella di lanciare la produzione di acciaio con pre-ridotto (il Dri) lontano da Taranto. A Gioia Tauro, infatti, da anni Sorgenia e Iren - prosegue Il Fatto - hanno l’autorizzazione a realizzare un grande rigassificatore terrestre che però non è mai stato costruito. Ora si attende la riposta del Comune di Taranto, della Regione Puglia e degli enti locali, pochi giorni ancora per trovare un'intesa. Gli azeri di Baku Steel che hanno vinto la gara non intendono procedere senza la nave rigassificatrice. Così il futuro di migliaia di lavoratori nell'acciaieria resta il bilico.