Ex Ilva, Urso: "Deciderà Taranto sul rigassificatore. Settimana decisiva per il futuro" - Affaritaliani.it

Economia

Ultimo aggiornamento: 09:01

Ex Ilva, Urso: "Deciderà Taranto sul rigassificatore. Settimana decisiva per il futuro"

Il ministro del Made in Italy apre alla possibilità di una "nuova gara". Tremano i lavoratori

di redazione economia

Ex Ilva, Urso parla apertamente di "rischio chiusura". La nuova gara e i rischi

Il ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, non usa mezzi termini per descrivere la situazione relativa all'ex Ilva di Taranto: "Questa sarà la settimana decisiva. Sarà necessario - spiega Urso a Il Messaggero - chiudere l'accordo per l'assenso con le amministrazioni territoriali per la nuova Aia (autorizzazione integrata ambientale), perché senza "visto che incombe sullo stabilimento il giudizio del Tribunale di Milano, questa sentenza potrebbe disporre lo stop all'attività produttiva, alla luce delle indicazioni date dalla Corte di Giustizia europea". Poi, continua il ministro, "dovremo adeguare subito la gara in corso alle nuove condizioni, già a fine luglio. Per questo è assolutamente necessario che tutto sia chiaro nei prossimi giorni. È ovvio che avere a Taranto anche gli impianti per la produzione di ferro preridotto (Dri) sia un elemento di forte attrattività per gli investitori.

Leggi anche: Lettera di Trump, l'Ue non chiude le porte agli Usa ma prepara l'offensiva. Dai controdazi al bazooka contro le Big tech: l'arsenale per frenare il tycoon

"Ma - prosegue Urso - vorrei ricordare un aspetto: l'importante è che si capisca chiaramente che qualunque sia il capitale o la nazionalità dell'azienda, senza Aia lo stabilimento è destinato alla chiusura". Il nodo riguarda la nave rigassificatrice, il motivo che ha fatto allontanate gli azeri di Baku Steel che avevano vinto la gara, ma si sono ritirati (di fatto) dopo il no alla nave deciso da enti locali, Regione Puglia e Comune di Taranto.

"Per alimentare i Dri - spiega Urso - sarà necessaria la nave rigassificatrice, come a Piombino". Mentre senza la nave "non vi è acciaio green. In questo caso realizzeremo a Taranto solo i tre forni elettrici che sostituiranno gradualmente gli altiforni, in piena continuità operativa, ma il polo Italiano del Dri sarà realizzato in un'altra località che assicurerà l'approvvigionamento di gas. Ho sempre detto che la prima scelta spetta a Taranto, per motivi morali, storici, economici e sociali. Se Taranto rinuncerà alla nave rigassificatrice, sarà necessario spostare il preridotto altrove". Intanto migliaia di lavoratori rischiano la cassa integrazione. Settimana davvero decisiva per il futuro dell'acciaieria.

LEGGI TUTTE LE NOTIZIE DI ECONOMIA