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Economia
Francia, Governo, editori e agenzie di stampa chiedono i diritti a Google

Francia è capofila nella guerra tra le Big Tech e il mondo dei media, agenzie di stampa ed editori, penalizzati dalla concorrenza sleale che i giganti tecnologici fanno in tutto il mondo. Già il G20, sotto la spinta di Joe Biden, con la tassazione del 15% in tutti i Paesi, sta cercando di cancellare l’ipocrisia dei paradisi fiscali europei e non che permettono alle Big Tech di pagare imposte ridicole rispetto ai guadagni stratosferici. Ora un’altra distorsione del mercato sembra venire allo scoperto. La partita tra media tradizionali e i giganti di Internet è appena iniziata. Le versioni cartacee hanno perso lettori e sono invece aumentate su Internet. Tutti i media tradizionali hanno perso ricavi mentre le multinazionali della tecnologia come Google o Facebook stanno guadagnando dagli investimenti pubblicitari e dai contenuti dei media.

La forza delle Big Tech è di avere il controllo delle piattaforme indispensabili per raggiungere i lettori. Al contempo i contenuti della stampa sono importanti perchè attirano le visite degli utenti di Internet e il tempo di permanenza sulla rete.

Google dovrà così pagare una multa di 500 milioni in Francia per l’accusa da parte dell’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato di concorrenza sleale. Secondo l’Autorità il gigante del web avrebbe sistematicamente omesso l’obbligo di negoziare con trasparenza il diritto d'autore con i media francesi sfruttando inoltre la sua posizione dominante nel mercato dei motori di ricerca.

Se da un lato questo procedimento assesta un primo colpo vincente a livello europeo dall’altro dimostra la latitanza di tutte le autorità garanti europee, in primis l’antitrust italiano, che su questi temi sembra ancora indietro. E tutto questo nonostante che Google in Italia, così come in Francia, abbia introdotto la piattaforma Google News Showcase per rimborsare il copyright agli editori aldilà delle direttive EU.

"Siamo molto delusi da questa decisione, abbiamo agito in buona fede durante tutto il processo-ha detto un portavoce della multinazionale americana-la sanzione non tiene conto né dei nostri sforzi per raggiungere un accordo, né della realtà di come funzionano le notizie sulle nostre piattaforme".

Il governo francese ha portato avanti un'ampia discussione su quanto le aziende tecnologiche debbano alla stampa per l'uso, sulle piattaforme, di informazioni e altri contenuti.

"È una tappa molto importante per la nostra economia e anche per la nostra democrazia, nessuna azienda puo’ stare al di sopra della legge” ​​ha confermato il segretario di Stato per la transizione digitale, Cédric O.

L' Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato, oltre alla multa, ha chiesto a Google proposte per rimborsare editori e agenzie di stampa che hanno denunciato il caso. Pena per non farlo, un milione di euro per ogni giorno di ritardo.

La decisione dell’Agenzia deriva dalla direttiva dell'Unione Europea sui cosiddetti diritti connessi, assimilabili al diritto d'autore, adottata nel 2019 e convertita in legge.

Subito dopo France Presse e due associazioni della carta stampata hanno denunciato Google.

L'organismo di regolamentazione ha ritenuto che, controllando il 90% del mercato dei motori di ricerca in Francia, Google "avrebbe potuto abusare della sua posizione dominante" per richiedere condizioni "sleali" agli editori e alle agenzie di stampa.

Tra le "ingiunzioni" di detta autorità c'era quella di negoziare "in buona fede" e con criteri "trasparenti e non discriminatori".

Isabelle de Silva, presidente dell'Autorità, ha dichiarato che, "purtroppo", Google non ha rispettato gli ordini e si è comportata colpevolmente". Tutto questo però accade in un momento in cui Google e France Presse sembrano  essere prossime a raggiungere un accordo, anche se la base economica pare essere una specie di “mancia” che Google darebbe agli editori e non qualcosa di contrattato a livello europeo.

In questo paradosso l'Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato sostiene che la sottoscrizione dei predetti accordi non toglie il fatto che Google abbia agito in malafede e che i media stiano negoziando in posizione di inferiorità.

Ma la battaglia è appena cominciata e l’Italia sta a guardare.

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