Economia
Gentiloni a Trento: "Ratificare il Mes priorità: così l'Italia conterà in Ue"
Il commissario Ue all'Economia rassicura sulle prospettive per l'economia europea e spinge sull'attuazione del Pnrr
Paolo Gentiloni: "Sul Pnrr abbiamo una sfida consistente"
"Sul Pnrr il problema non è denunciare i ritardi ma lavorare perché non si producano". A parlare così il commissario europeo all'Economia Paolo Gentiloni in un dibattito al Festival dell'Economia in corso a Trento. L'ex premier ricorda come "l'attuazione da parte italiana di quello che è piano europeo senza precedenti è fondamentale".
Anche perché "siamo il Paese che riceve più quattrini: finora sono stati erogati 154 miliardi a livello europeo, di questi all'Italia sono andati 67 miliardi che diventeranno presto 86. Insomma una cifra piuttosto consistente, vicina alla metà dell'insieme delle risorse erogate fin qui". Per Gentiloni "dobbiamo essere consapevoli che nei prossimi mesi fra il 2023 e il 2024 la parte fondamentale di questo programma dovrebbe svilupparsi: per noi è una sfida molto consistente". "Sul Pnrr - prosegue - la Commissione Ue ricorda che andiamo verso una fase impegnativa, per questo chiediamo a Italia di rafforzare la governance ma anche a livello territoriale".
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"Credo che allentare le regole sugli aiuti di Stato sia una strada sbagliata e pericolosa, anche perché la risposta squilibra i rapporti di forza tra i Paesi. Anche liberando totalmente i diversi Paesi, a livello nazionale non ce la fai a essere competitivo" aggiunge Gentiloni, facendo l'esempio dell'elettrificazione della mobilità.
Mes: "Con ratifica Italia avrebbe più voce in Ue, non farlo è un errore"
Nel corso del suo lungo intervento l'ex premier spende delle parole anche sul Mes. "Se l'Italia ratificasse il Mes avrebbe più titolo e più voce nel capitolo che si aprirà in seguito per dargli una funzione più positiva". "In Italia - scherza - il Mes viene vissuto come la Spectre" dei film di James Bond, "ma è solo un organismo intergovernativo che è servito ad affrontare la crisi del debito sovrano". E sull'ipotesi che "l'Italia sarà costretta a utilizzarlo" risponde con un tranquillizzante "ma quando mai...". Peraltro, aggiunge, "non sono sicuro che le dimensioni del Mes sarebbero adeguate per un Paese come l'Italia", ovvero per affrontare una crisi del nostro debito pubblico, il più grande di tutta l'Ue. "Ma non è questo di cui si discute: nessuno pensa che l'Italia lo possa o lo debba utilizzarlo" osserva.