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Economia
Il nuovo Med&Italian Energy report al webinar di Srm e Politecnico di Torino

Il Covid-19 ha cambiato notevolmente il panorama dell'economia globale. In questo contesto anche il settore energetico ne ha risentito. La domanda di energia è diminuita come prima conseguenza del rallentamento dell’economia mondiale, per tutto il 2020 si stima una contrazione della domanda pari al 6%. Secondo stime di Srm (Centro studi collegato al Gruppo Intesa Sanpaolo) e Esl@Energy Center del Politecnico di Torino che stamattina hanno presentato avia webinar il Rapporto Med&Italian Energy, l'impatto del Covid-19 sulla domanda di energia nel 2020 sarebbe oltre sette volte più grande rispetto a quello avuto dalla crisi finanziaria del 2008-2009.

Ha invece tenuto la domanda di energie rinnovabili (+1,5%), trainata dalla maggiore capacità installata e dalla priorità di dispacciamento. A fine 2019, la capacità di generazione rinnovabile a livello mondiale era pari a 2537 GW, con un +7,4% rispetto all’anno precedente. Prevale l’idroelettrico (47% del totale, 1190 GW di capacità installata, al netto dei pompaggi); eolico e solare rappresentano poi la maggior parte del resto, con una capacità installata rispettivamente di 623 GW (25%) e 586 GW (23%).

Il rapporto rileva che comunque l’Italia è ancora fortemente dipendente dall’estero per le importazioni di combustibili fossili, cosa che lo rende vulnerabile quanto a sicurezza energetica con una dipendenza pari al 74,5%. Fedele alla mission di seguire ed analizzare nel tempo l’evoluzione del sistema energetico dell’area mediterranea, sviluppa in questa seconda edizione un’analisi dinamica dei potenziali scenari energetici in epoca post-pandemica, il rapporto si sofferma principalmente sulle rinnovabili come chiave per favorire la transizione energetica e la cooperazione nel Mediterraneo, esaminando l'applicazione di soluzioni innovative per la costruzione di sistemi energetici flessibili e l'emergere di sinergie relative ad elettricità verde, gas e idrogeno. La ricerca mette inoltre in evidenza il ruolo del trasporto marittimo, che rimane un asset economico cruciale per il settore energetico con i suoi porti come gate per navi e pipeline. Alla luce della pandemia e delle sue conseguenze, queste opportunità e sfide potrebbero davvero consentire all'Italia e all'area euromediterranea di assumere un ruolo guida nello svolgimento e nel miglioramento del processo di transizione energetica già avviato.

Paolo Scudieri, presidente di Srm, ha dichiarato che “la collaborazione tra Srm, il Politecnico di Torino e il Joint Research Center ha consentito di unire competenze diverse, realizzando così un Rapporto che offre una visione ampia di queste tematiche. Il Green New Deal pone l’Europa di fronte all’ambiziosa sfida della decarbonizzazione. Occorre accompagnare questo processo guardando alle fonti rinnovabili ma anche esplorando strade innovative, come le tecnologie che rendono possibile la combinata gas e idrogeno. È infatti fondamentale aver ben presente che occorre centrare gli obiettivi europei assicurando allo stesso tempo risorse energetiche adeguate alla sostenibilità dello sviluppo e della crescita economica”.  

Guido Saracco, rettore del Politecnico di Torino, si è soffermato sulle sfide di un prossimo futuro. “La sfida che ci attende è quella della decarbonizzazione. Anche i dati contenuti in questa analisi ci confermano che stiamo assistendo a modifiche nei consumi di energia e nei comportamenti degli utenti, in questi mesi influenzati in modo sensibile anche dall’emergenza sanitaria. Una collaborazione come quella con Srm e Joint research Center può contribuire a rispondere a queste mutate esigenze”.

“Il Rapporto sviluppa il tema energetico nella logica Euro-Mediterranea nella quale l’Italia ha da sempre svolto un ruolo di ponte; finora principalmente nell’ambito delle fonti fossili, petrolio e gas, grazie ai grandi player nazionali e al rilevante interscambio energetico gestito dalla portualità nazionale”, ha sottolineato il direttore generale di Srm, Massimo Deandreis (nella foto). “Ma oggi siamo di fronte ad una sfida nuova. Le tecnologie che rendono più efficaci le fonti rinnovabili offrono l’opportunità di una nuova partnership tra Europa e Sud Mediterraneo basata sulla transizione energetica, in cui l’Italia ritrovi il suo ruolo strategico. Il nostro Report offre una visione ampia e interdisciplinare, ma anche idee e spunti per le politiche. E si accompagna ad uno strumento di analisi dinamica e personalizzata di grande utilità che mettiamo a disposizione dei players energetici”, ha detto Deandreis.

A sua volta Ettore Bompard, direttore scientifico Esl@Energy Center del Politecnico di Torino ha messo in evidenza come il dialogo energetico all’interno del Mediterraneo sia storicamente segnato dallo scambio di combustibili fossili lungo l’asse Sud-Nord. “La sponda sud è caratterizzata da instabilità politico-sociali che si riflettono direttamente sulla sponda nord non solo in termini energetici (migrazioni, sicurezza,…). Da un lato le risorse fossili contribuiscono in modo determinante alle economie dei Paesi del sud e, dall’altro, la transizione energetica è una necessità planetaria improrogabile. Ecco quindi una possibile alleanza Nord-Sud nello sviluppo di fonti rinnovabili, con modelli che contribuiscano alla crescita e alla stabilità complessiva dell’area; non un semplice cambiamento di commodity energetica ma un contributo a un "green new deal” che decarbonizzi l’economia anche nel Mediterraneo, nel suo complesso. Questo processo richiede approcci “science-based” in supporto alle decisioni politiche, basati su modelli e strumenti di analisi di cui la piattaforma Res-Plat, sviluppata come componente di analisi dinamica e interattiva del rapporto di quest’anno, è un esempio concreto”.

 

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