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Economia
Imballaggi, confezioni monouso: cosa si salva (e cosa no) con nuove norme Ue

Imballaggi, confezioni e buste monouso: cosa si salva (e cosa no) con le nuove norme Ue

Il percorso europeo verso la sostenibilità ha fatto un passo in più: gli ambasciatori dei 27 Stati Ue hanno confermato l’accordo raggiunto nel negoziato sulla revisione del regolamento (e delle direttive collegate) sugli imballaggi e il riuso. Ma non significa che spariranno del tutto le confezioni di plastica a cui siamo abituati

Per fare un esempio: se è vero che la direttiva va a vietare la plastica monouso per confezionare frutta e verdura di peso inferiore a 1,5 kg, allo stesso tempo prevede che gli Stati possano prevedere deroghe alla regola generale.

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Le eccezioni sono ammesse per evitare perdite di acqua e per scongiurare situazioni di turgore (rigonfiamento), rischi microbiologici o shock fisici, ossidazione, commistione di frutta e verdura biologica con quella non biologica. Si salverà in pratica la busta di plastica con l'insalata lavata.

Al bando vengono messi piatti e bicchieri monouso all’interno dei locali. Resta invece possibile continuare a utilizzarli per il takeaway e anche se nei locali manca l’acqua corrente. Insomma: si salvano gran parte dei chioschi. Vietati i condimenti monouso e le singole confezioni di zucchero, caffè o simili. Anche qui ci sono però delle eccezioni.

Si continuerà a trovarli nel caso in cui servano per accompagnare cibi da asporto e soprattutto se il loro utilizzo è legato a motivi di sicurezza e igiene, come succede nelle case di cura e negli ospedali.

Non dovranno invece più esistere i flaconcini con cosmetici monouso come i mini-saponi e mini-shampoo negli alberghi. Il nuovo impianto normativo ha lo scopo di contrastare "l’aumento dei rifiuti di imballaggio, armonizzando al tempo stesso il mercato interno e promuovendo l’economia circolare", ha spiegato la presidenza belga di turno alla guida Ue: "No ai rifiuti creati dagli imballaggi, sì al riciclo e al riutilizzo"






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