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Economia
Infortuni, allarme in Italia: nel 2021 i casi mortali aumentano del 10%

Incidenti sul lavoro, al contrario i casi mortali “tradizionali” sono aumentati di quasi il 10%”

"Nel 2021 l’Inail rileva un calo nelle denunce di infortunio con esito mortale, che è però dovuto interamente alla minore mortalità del Covid-19. Al contrario, i casi mortali “tradizionali” sono aumentati di quasi il 10%”: è quanto si legge nel rapporto annuale diffuso oggi dall’Inail, che specifica che le morti accertate “sul lavoro” sono 685, di cui 298, pari al 43,5% del totale, occorse “fuori dell’azienda”: 57 casi sono ancora in istruttoria. 

“Tra gennaio e maggio 2022 le denunce presentate all’Inail sono state 323.806, +47,7% rispetto allo stesso periodo del 2021. Di queste, 364 con esito mortale. Nei prossimi giorni saranno divulgati i dati aggiornati a giugno che confermano il trend in crescita degli infortuni sul lavoro”, ha detto il presidente dell’Inail, Franco Bettoni, presentando il rapporto annuale dell’Istituto.

Incidenti sul lavoro, Orlando: "Il numero di vittime è inacettabile" 

"Il numero di vittime di incidenti sul lavoro è inaccettabile", ha detto il ministro del lavoro, Andrea Orlando parlando alla presentazione della Relazione annuale dell'Inail alla Camera. Parlando alla Relazione annuale dell'Inail ha spiegato che "i rischi si combattono anche con le politiche industriali per la crescita dimensionale delle imprese. "Piccolo non è più bello in generale e lo è ancora di più nell'ambito della sicurezza".

Orlando ha sottolineato anche che "il rischio cresce dove il lavoro è più precario. Una riflessione molto seria sulla precarietà del lavoro è urgente. E' con vivo rammarico che guardo alla fase politica prendendo atto che alcuni confronti che si erano avviati che miravano ad affrontare questi temi non potranno avere sviluppo, ma mi auguro che nella prossima legislatura possano trovare una compiuta risposta. Penso che la sicurezza sia fortemente connessa al modello di competizione che un Paese sceglie. Non credo che il nostro possa permettersi di competere nel mondo semplicemente con una riduzione dei costi e in particolare con una riduzione del costo del lavoro".

 

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