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Economia
Italia più indebitata della Grecia, ecco i Paesi con più acqua alla gola
Relazione tra guerra e indici di borsa

FMI, i debiti dei paesi nel mondo continuano ad aumentare

Nella sua ultima fotografia dell’andamento dell’economia globale il FMI ha, tra l’altro, acceso il focus sui debiti globali, facendo una scala dei paesi che saranno più indebitati  alla data del 2030. E se da un lato le notizie sono preoccupanti, dall'altro noi italiani possiamo “consolarci” nel vedere che tanti altri paesi sono nella nostra condizione. Non è certo un “mal comune mezzo gaudio” ma la realtà indica che le passività crescono e tutti i paesi sono chiamati a sforzi significativi per rendere i bilanci più sostenibili. 

L’Agenzia internazionale ha rilevato che il trend dell’aumento dei debiti globali aumenta di anno in anno e si prevede toccherà, tra sei anni, la percentuale del 99% sul Pil globale. In prima fila come produttrici di debiti Cina e Stati Uniti, le due più forti economie del mondo.

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Sul podio dei “migliori” indebitati Sudan (con 284% di debito sul Pil), Giappone (251%) e Singapore (165%). Sono loro, secondo l’FMI, quelli che nel 2030 avranno i debiti maggiori. Il gradino sotto il podio è tutto dell’Italia che viaggia verso il 144%. Nella top ten seguo al quinto posto il Bahrein (140%), la Grecia (138%), poi gli Stati Uniti (133%), quindi il Belgio (115%), la Francia (115%) e a pari merito al decimo posto Cina e UK (110%).

FMI, pandemia, inflazione, tassi e aumenti energetici hanno contribuito agli aumenti delle passività

E pensare che nel 2021, sempre secondo i dati FMI, la tendenza per quanto riguarda deficit e debito pubblico era al ribasso, appena al 91%. Poi il vento è bruscamente cambiato. E non tutto è stata colpa dei Governi. In primis il deciso aumento dei tassi, poi le enormi spese dedicate al sostegno della popolazione in pandemia e quindi l’inflazione provocata anche dall’aumento dei prezzi energetici. Questa carenza di danaro si è riflessa purtroppo sui salari, sugli investimenti pubblici, la sanità e i programmi sociali.

E così i passi avanti che erano stati fatti per normalizzare le politiche fiscali si sono immediatamente bloccati. Sempre secondo il FMI Cina e Stati Uniti rappresentano i casi più acuti. I loro debiti raddoppieranno entro il 2053 e questo potrebbe “impattare” negativamente su molte altre economie. E questi anni difficili sono stati ancora più complicati nei paesi emergenti dove il debito globale è cresciuto mediamente  di tre punti. In media al 58% del PIL nel 2023.

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Un po’ meglio nelle economie avanzate. Tirando le somme del Rapporto il Fondo consiglia a tutti “un mix di politiche fiscali ben progettato che sostenga l’innovazione nei settori con le maggiori ricadute ed enfatizzi il finanziamento pubblico per la ricerca. Questo potrebbe stimolare la crescita a lungo termine delle economie sulla frontiera tecnologica”.

E l’Agenzia Internazionale conclude sottolineando che le economie emergenti e quelle in via di sviluppo hanno un margine significativo per aumentare le entrate migliorando i sistemi fiscali ed espandendo le basi imponibili. Queste maggiori entrate garantirebbero sostegni alle politiche di sviluppo delle tecnologie verdi e digitali. Certo ottimi consigli se calati nella realtà italiana risultano abbastanza difficili da realizzare con livelli di tasse al top in Europa e livelli di evasione (100 miliardi) da primato mondiale.






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