Economia
L'Italia parte per lo spazio, Urso protagonista a Brema: verso un ruolo da leader nella space economy europea
Inizia a Brema la due giorni del Consiglio dell’Agenzia Spaziale Europea, che segnerà l’avvio della presidenza italiana, cui spetterà il compito di organizzare la prossima Ministeriale nel 2028

Adolfio D'Urso
L'Italia a Brema per ribadire il suo ruolo centrale nella space economy europea
Mercoledì inizia a Brema la due giorni del Consiglio dell’Agenzia Spaziale Europea, nota anche come “Ministeriale 2025”, che mette insieme i ministri degli Stati membri con delega allo spazio per definire i programmi e gli impegni finanziari dell’ESA per il triennio 2026/2028, alla presenza anche del Direttore Generale ESA Joseph Aschbacher ed il Commissario UE allo Spazio Andrius Kubilius.
L’evento, ospitato a Brema per concludere il triennio a guida tedesca iniziato nel 2022, segnerà anche l’avvio della presidenza italiana, a cui spetterà il compito di organizzare la prossima Ministeriale nel 2028. Il ministro Urso arriva a questo appuntamento dopo la recente delibera del Comitato Interministeriale (Comint), da lui presieduto, che ha definito le linee programmatiche e le relative allocazioni finanziarie in vista di questo importante appuntamento.
Il Comint ha autorizzato l’impegno di fondi superiori rispetto alla precedente Ministeriale di Parigi del 2022, quando l’Italia si impegnò per 3 miliardi di euro. Per il prossimo triennio l’Italia si confermerà quindi tra i principali contributori dell’ESA, subito dopo la Germania e alla pari con la Francia.
Durante la Ministeriale di Brema, i delegati di 23 paesi membri ESA e dei 4 paesi associati definiranno i nuovi finanziamenti che serviranno a focalizzare l’attività dell’agenzia sui lanciatori spaziali, l’osservazione della Terra, le telecomunicazioni e la navigazione, oltre all’esplorazione spaziale che prevede programmi sulla Luna e verso Marte.
Questa edizione rappresenta per l’Italia un’occasione importante per consolidare e rafforzare la propria posizione nel settore spaziale europeo, sostenendo programmi con un alto ritorno industriale e tecnologico per il Paese, come già sta avvenendo con i distretti aerospaziali nazionali.
Durante il meeting, il ministro Urso aggiornerà gli altri paesi anche sulla recente legge nazionale sulla space economy, con cui l’Italia – primo paese europeo - ha disciplinato il settore. Secondo fonti interne del Mimit, al centro dei colloqui ci sarà anche il futuro dei servizi di lancio.
A riguardo il Ministro ha auspicato l'applicazione degli accordi presi al vertice ministeriale dell’ESA di Siviglia nel 2023, con il rafforzamento della frequenza di lancio dei vettori europei Ariane 6 e VEGA-C. “L’Italia si avvia a diventare sempre più protagonista della nuova avventura spaziale, assumendo un ruolo centrale nella definizione delle future politiche europee del settore. In qualità di co-presidenti della Ministeriale ESA, intendiamo contribuire in modo determinante a delineare il futuro del nostro continente nel comparto, rafforzando la leadership europea e promuovendo una visione ambiziosa e condivisa delle attività aerospaziali”, ha dichiarato Urso due giorni fa.
Secondo indiscrezioni giornalistiche dei quotidiani francesi, l’Italia, da sempre terzo contributore dell’ESA, si presenta a Brema con un ruolo ambizioso e punta a diventare il secondo paese contributore scalzando la Francia. E in effetti, il ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, autorità delegata per le politiche spaziali, ha dichiarato che l’Italia “è pronta a svolgere un ruolo di primo piano nella definizione della strategia europea per lo spazio”.
“Se ciò si realizzerà, il nostro Paese si assumerà la responsabilità di un ruolo guida nel dialogo costruttivo con gli altri Stati membri, con l’ESA e con la Commissione Europea, cosa che richiederà una chiara visione strategica nazionale ed europea dello spazio. L’Italia può giocare un ruolo da hub mediterraneo, promuovendo collaborazioni con Paesi europei e partner globali su tecnologie critiche, infrastrutture e servizi basati su dati satellitari (vedasi il Piano Mattei)”, dice l’esperto spaziale Marcello Spagnulo.
L’Italia cresce nel settore spaziale più degli altri grandi attori europei: con oltre 400 aziende, che contano circa 13.500 addetti e fatturano complessivamente più di 4 miliardi di euro, guarda con fiducia e ambizione alle sfide future, che vanno dagli investimenti alla strategia post Pnrr, dalla diplomazia spaziale alle nuove politiche europee. Inoltre, come ha ricordato più volte il ministro Urso, il nostro paese è il primo paese europeo ad aver approvato una legge quadro specifica sul settore.
