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Economia
L’oro torna a regnare tra i beni rifugio

Le quotazioni dell’oro hanno subito un brusco crollo nella crisi finanziaria del 2008 insieme a tutte le altre asset class. Inoltre, hanno perso gran parte del loro potere d’acquisto in termini reali rispetto ai picchi raggiunti negli anni 80 e 90. Ma ora il prezzo dell’oro sta tornando a salire e sta tornando a essere il bene rifugio per eccellenza. Nell’ultima settimana, mentre gli indici delle principali piazze finanziarie internazionali hanno perso tra i quattro e i cinque punti percentuali, le quotazioni dell’oro sono salite del 6% sfondando il muro dei 1.500 dollari l’oncia, il valore più alto dal settembre 2013. Insomma il metallo prezioso per eccellenza si sta confermando come la risorsa di riferimento nella battaglia commerciale tra Usa e Cina. Dallo scorso dicembre, da quando Trump ha twittato ‘I am a Tariff Man’ il suo prezzo è cresciuto del 19%.

CINQUE RAGIONI CHE SPIEGANO L’ASCESA

Ma perché questa sua ascesa impetuosa? Sono almeno cinque le principali ragioni che sostengono le quotazioni del metallo giallo. In primis, l’oro è in rialzo perché i mercati si sono posizionati in modalità risk off (avversione al rischio) e il metallo prezioso è, insieme ai Treasury Usa, allo yen e al franco svizzero una delle asset class considerate ‘bene rifugio’.

IL LEGAME CON LO YUAN CINESE

In secondo luogo l’oro continua a salire perché la valuta cinese – lo yuan – è in ribasso. Pechino ha appena lasciato scendere la sua valuta ai livelli più bassi dal 2008 come ritorsione per l’ultima serie di dazi annunciati da Trump. Uno yuan svalutato rende le esportazioni cinesi più economiche in America, compensando in qualche modo il costo delle tariffe extra introdotte da Washington. Inoltre rende le esportazioni statunitensi più costose in Cina. Pechino ha anche ridotto le future importazioni di prodotti alimentari statunitensi.

INCERTEZZA SUL DOLLARO

Terzo motivo: l’oro è in rialzo perché c’è molta incertezza sul futuro del dollaro. La scorsa settimana, il principale consigliere economico di Trump, Larry Kudlow, ha escluso l’intervento nei mercati valutari per ridurre il valore del dollaro. Peccato che Trump continui a sostenere che ci sia bisogno di un biglietto verde più debole per favorire le esportazioni statunitensi.

Un altro motivo di supporto all’oro sono i rendimenti negativi dei titoli di Stato europei che allontanano gli investitori dai governativi tedeschi, francesi, olandesi, spagnoli e persino quelli italiani a breve termine, in quanto invece di ottenere interessi gli investitori devono riconoscere un premio allo Stato che li emette.

TIMORI PER UNA HARD BREXIT

Infine, e siamo al quinto punto, le quotazioni dell’oro salgono perché persistono forti incertezze sul futuro dell’area euro e della sterlina britannica se la Gran Bretagna uscirà dall’Unione Europea adottando una Brexit “dura”, ovvero senza alcun accordo. Una ipotesi che comincia a farsi sempre più concreta. C’è preoccupazione per i rischi di un possibile panico sulla Brexit nei prossimi due mesi: il nuovo primo ministro britannico Boris Johnson sembra scommettere sul fatto che una violazione con l’Ue lo aiuterà politicamente più di quanto non danneggi l’economia.

TREND POSITIVO

Ma è troppo tardi per comprare oro adesso oppure ci sono ancora ulteriori margini di apprezzamento? Un segnale di trading positivo indicante un mercato rialzista sembrerebbe esserci. Lo scorso dicembre l’etf Gold Bullion – uno degli etf più rappresentativi dell’andamento del prezzo dell’oro – ha superato la sua media mobile a 200 giorni e vi è rimasto fino ad ora. In passato quando questo si è verificato si è visto un mercato oro rialzista e viceversa quando la media mobile a 200 giorni era al di sopra del prezzo corrente.

UNA QUOTA STRUTTURALE DEL 5% IN PORTAFOGLIO

Naturalmente non c’è alcuna garanzia che, anche stavolta, i prezzi si muovano al rialzo nell’immediato futuro. In tutti i casi allocare una quota del 5% del portafoglio sull’oro tramite etf specializzati rappresenta una soluzione di investimento che tende a stabilizzare le performance nel medio-lungo termine.

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