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Economia
I crediti d'Imposta l'alternativa allo strapotere della Bce

Credito d'Imposta, se accettato come “valuta  alternativa o parallela” mette in moto l'economia 

Una moneta unica per gli europei. Il Trattato di Maastricht ha creato le premesse per la moneta unica europea: l’euro. Ha anche istituito la Banca centrale europea (Bce) e il Sistema europeo di banche centrali, precisandone le finalità. L’obiettivo principale della Bce è mantenere stabili i prezzi, cioè salvaguardare il valore dell’euro. 

Con queste parole desidero aprire una riflessione che sta molto a cuore a tutti i Paesi dell'Unione Europea. Dall'incipit sappiamo tutti che chi è “autorizzato” ed emettere e gestire l'euro è solamente la Banca Centrale Europea. Domanda: i Membri dell'Unione hanno alternative? Direi di sì. Con cosa? Con i Crediti d'Imposta. Questi se vogliamo li possiamo considerare come una moneta aggiuntiva, forse non alternativa. Ultimamente la gestione dei tassi d'interesse ha messo in notevole difficoltà le famiglie soprattutto quello con mutui a tasso variabile, le aziende con aumenti degli oneri finanziari oltre al difficile accesso al credito e gli Stati con le obbligazioni del debito pubblico.

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Scusante e/o Motivo? L'inflazione domestica ed importata. Possiamo anche non essere concordi con le misure che la Sig.ra Lagarde ha adottato, ma se anche non ci piacciono o non sono risolutive dei problemi intrinseci all'economia finanziaria e monetaria di tutta la Ue cosa possiamo fare? Mi è molto piaciuto l'articolo di Costantino Ferrara "La moneta alternativa c’è già (e il governo forse se n’è accorto)" - del Sole 24 Ore che consolida la mia visione e sicuramente quella di molte altre persone sull'utilizzo del Credito d'Imposta. A ciò vorrei aggiungere che in ragioneria le registrazioni dei movimenti sono iscritti nei conti come entrate/uscite, per competenza e/o per cassa.

Ora l'immissione nel mercato di Credito d'imposta provoca un flusso nuovo di disponibilità “monetaria” per la circolazione monetaria e possiamo affermare che se accettata come “valuta  alternativa e/o parallela” metterebbe in moto l'economia stessa indipendentemente dalle posizioni della Bce. Due articoli dimostrano quello che sto scrivendo: il primo è stato il via libera dell'Eurostat ai crediti d'imposta certificando che non fanno parte del debito pubblico; il secondo è  Come ridurre il debito pubblico italiano con il credito d'imposta (Money.it).

Per concludere basta mettersi a tavolino e gli ostacoli o i problemi che si possono creare fra i diversi pensieri economico-finanziari-monetari potrebbero essere risolti abbastanza velocemente compreso il famoso Patto di Stabilità che prevede il rispetto di due parametri: il 3% PIL/deficit ed il deficit al 60%. Speriamo che tutte queste serie di articoli giungano al Governo ed ai vari Ministeri perché le soluzioni ci sono, ma bisogna anche valutarle e poi eventualmente applicarle. Chiudo con un proverbio latino: Pecuniae imperare oportet non servire – Bisogna comandare il denaro, non servirlo.






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