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Economia
Le sei minacce per il sistema finanziario globale che spaventano tutti
Economia, finanza

Cosa che minaccia la finanza mondiale? Come si evolverà l’economia? Saliranno ancora i tassi di interesse? Il focus del Fondo monetario internazionale

 

Il FMI, in occasione degli incontri annuali del Gruppo Banca Mondiale e del Fondo monetario internazionale in corso a Marrakech in Marocco dal 9 al 15 ottobre, ha aperto un focus sui rischi per il sistema finanziario globale.

La speranza, neanche troppo velata e in linea con l’ultimo rapporto trimestrale, è che l’economia abbia un cosiddetto “atterraggio” morbido, nonostante l'aumento dei tassi d'interesse. Rimangono però in essere instabilità elevata e rischi strutturali. Per il FMI ci sarebbero almeno 6 le minacce evidenti per il sistema finanziario globale

Minaccia numero 1: le banche sono deboli e instabili

Gli esperti del FMI hanno esaminato 900 istituti bancari a livello mondiale, registrando una buona reazione alla combinazione attuale di recessione economica e inflazione. Accade però a fronte di una debolezza delle banche, vista la bassa redditività degli istituti e la bassa valutazione del mercato azionario. Il meccanismo è diffuso nei Paesi industrializzati, in Cina e come in altri Stati in via di sviluppo. Per il FMI un quadro del genere potrebbe procurare una crisi del sistema bancario. Le autorità di vigilanza di settore dei Paesi dovrebbero intervenire con maggior incidenza al fine di far creare sufficienti riserve per i rischi, dati i problemi generali di liquidità.

Minaccia numero 2: la crescita dei tassi d’interesse mette all’angolo i debitori

Lo scenario di continuo aumento dei tassi di interesse impoverisce chi è già povero e non ha disponibilità. Questo vale sia per i Paesi che hanno un debito pubblico più elevato sia per le imprese. Una delle soluzione più appropriate per i debitori sarebbe quello di negoziare la ristrutturazione dei debiti.

Minaccia numero 3: rischi al ribasso per il mercato immobiliare

Il credito per il settore finanziario è legato al mercato immobiliare. Le banche, le società finanziarie e quelle assicurative hanno concesso numerosi prestiti nel settore degli immobili commerciali e non solo. Queste ultime entità di credito sono meno regolamentate e quindi maggiormente a rischio. Un mercato immobiliare instabile e fragile è una fonte di minaccia evidente. Le banche di piccole e medie dimensioni sono in questo senso particolarmente esposte. Ma la tendenza del FMI è anche quella di pensare a soluzioni non sempre fruttuose per i potenziali debitori, avere cioè sul territorio una rete di banche medio grandi, con l’effetto inevitabile di generare una concentrazione del credito (in poche mani). Il volume dei prestiti relativi agli immobili commerciali ammonta al 12% del prodotto interno lordo (PIL) in Europa e al 18% negli Stati Uniti. La quota dei prestiti immobiliari commerciali sul volume totale dei crediti inesigibili in Europa è del 30%. 

Le banche frenano i prestiti a causa delle prospettive più scarse del settore e allo stesso tempo molte società immobiliari dovranno ristrutturare i propri debiti nei prossimi due anni. Le autorità di vigilanza bancaria dovrebbero esaminare attentamente se gli istituti stanno accantonando sufficienti riserve di capitale contro i rischi per i prestiti. Tuttavia, ciò rende ancora più difficile per tali aziende ottenere finanziamenti. Il FMI invita allora le autorità a verificare se possono rinunciare a questi requisiti aggiuntivi per non aggravare ulteriormente i problemi esistenti.

Minaccia numero 4: i mercati finanziari sono troppo fragili

Si discute se il ciclo di rialzi dei tassi di interesse sia giunto al termine. Le brusche correzioni dei prezzi sui mercati finanziari possono dare vita e sorprese, vista la tendenza della politica monetaria a restringere il campo espansivo. Molti gestori patrimoniali scommettono su una rottura dei tassi di interesse o su un’inversione di tendenza dei tassi e sono rientrati nel mercato dei titoli di Stato. Numerosi investitori che si sono indebitati molto per i loro investimenti si oppongono a questo quadro e scommettono sul calo dei prezzi. Soprattutto se gli investitori si rendessero conto che l’inflazione è più persistente del previsto e che i tassi d’interesse rimangono elevati più a lungo, ciò potrebbe innescare un’ondata di vendite sul mercato obbligazionario. Se si verificasse un'ondata di vendite, i prezzi dei titoli di Stato potrebbero scendere in modo significativo con una sorta di effetto domino. Una tale correzione dei prezzi potrebbe costringere anche altri investitori a vendere i titoli.

Minaccia numero 5: la crescita di strutture di credito non prettamente bancarie

I fondi immobiliari aperti e le assicurazioni hanno investito sempre più in immobili commerciali o in altri tipi di prestiti. Questi soggetti non bancari sono però monitorati meno attentamente delle banche. Anche qui, per questi enti, ci vuole un maggior monitoraggio dei dati, un’attività di vigilanza più significativa e superiori riserve di liquidità, prevenendo i debiti eccessivi.

Minaccia numero 6: il problema della stabilità finanziaria della Cina

La crisi del mercato edilizio e immobiliare cinese si ripercuote sempre più sulla situazione finanziaria interna e non solo. Gli investitori sono più preoccupati per la solvibilità dei veicoli finanziari dei governi provinciali che consentono infrastrutture e altri investimenti. Gli investitori sono fortemente indebitati e non generano quasi alcun reddito, procurando una dipendenza, in termini di solvibilità dai governi locali che hanno interesse a coprire gli interventi. Stessa situazione riguarda le banche che sostengono gran parte dei prestiti.

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