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Economia
Le tlc resistono a livello globale, ma in Italia hanno perso 14 mld in 10 anni

In italia il comparto ha perso 14 miliardi in 12 anni

Il comparto delle telecomunicazioni in Italia ha perso 14 miliardi di giro d'affari tra il 2010 e il 2021 (-3,7% medio annuo), con la rete mobile in maggior affanno (-5,0%) rispetto alla fissa (-2,5%). Nello specifico, gli introiti da Sms sono diminuiti di 2 miliardi (quasi azzerandosi) e i ricavi voce di 5,6 miliardi nel fisso e 6,3 nel mobile. Tali dinamiche sono influenzate dalle pressioni competitive che nel nostro Paese hanno causato la più marcata contrazione delle tariffe telefoniche (-20,5%) rispetto al -4,9% medio europeo nel quinquennio 2017-2021. Lo rileva l'indagine annuale dell'Area studi di Mediobanca sul settore delle tlc.
    
Nel primo semestre 2022 i ricavi domestici dei principali operatori italiani hanno proseguito il trend calante, scendendo del 4,6% (-3,1% il comparto mobile e -5,8% il fisso). La contrazione del fatturato rimane concentrata nei primi tre operatori: Tim (-7,5% la “domestic unit”), Wind Tre (-6,1%) e Vodafone (-2,5%), con una diminuzione cumulata di 258 milioni. Continua la crescita di Iliad (+15,4% sul primo semestre 2021), in rialzo anche PosteMobile (+3,3%) e Fastweb (+1,5%). A fine 2021 in Italia, nel comparto mobile operavano quattro player infrastrutturati e 23 operatori virtuali (MVNO), mentre erano numerosi i soggetti attivi nella rete fissa, con l’aggiunta di nuovi attori quali Iliad, Sky Italia e Virgin Fibra. L’unione tra Tiscali e Linkem nell’agosto 2022, nota Mediobanca, rappresenta un primo segnale di consolidamento del settore.
    
Dal confronto tra i conti aggregati dei principali operatori italiani (rappresentativi di circa il 95% del mercato complessivo) e quelli dei big mondiali emerge una redditività inferiore dei primi, con graduale allargamento del divario nel quinquennio 2017-2021 e in forte accelerazione nel 2021. Per il mercato italiano, il calo del giro d’affari e il rialzo dei costi hanno portato a un ebit margin del 3,3% nel 2021 (dal 13,5% nel 2017), rispetto al 15,9% delle big mondiali (14,2% nel 2017).

Nel 2021 Tim (attività italiane) è prima per fatturato (12,5 miliardi, -3,1% sul 2020) davanti a Vodafone (5 miliardi, -2,5%), Wind Tre (4,5 miliardi, -7,9%) e Fastweb (2,4 miliardi, +3,7%), con Iliad in quinta a 0,8 miliardi, +18,9%. Escludendo le start-up (Iliad e Open Fiber) e le più piccole PosteMobile, Eolo e Linkem, nel quinquennio 2017-2021 Fastweb è l’unica a crescere (+22,6%). In uno scenario di generale ridimensionamento dei margini, Wind Tre è l’operatore con l’ebit margin più elevato nel 2021 (10,7%), seguito da Fastweb (8,9%) e Tim (6,5%), la cui redditività si è quasi dimezzata rispetto al 2020 per effetto dell’incremento dei costi operativi conseguente l’avvio di nuovi business (calcio, cloud, ICT e digital companies). Fastweb segna il migliore risultato netto normalizzato in rapporto ai ricavi (7,2%). 

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