Meta lancia "Vibes", il nuovo social dei video creati con l’IA. Ma dietro i conti spuntano 16 miliardi di dollari da pubblicità truffa - Affaritaliani.it

Economia

Ultimo aggiornamento: 18:36

Meta lancia "Vibes", il nuovo social dei video creati con l’IA. Ma dietro i conti spuntano 16 miliardi di dollari da pubblicità truffa

Mentre cresce la trasparenza sui contenuti, emergono accuse pesanti sul business pubblicitario del gruppo

di Elisa Mancini

Meta presenta “Vibes”, il social dei video generati dall’intelligenza artificiale. Ma nei bilanci pesano 16 miliardi di dollari da pubblicità truffa

Meta alza il tiro e porta in Europa, Italia compresa, Vibes, un mini-social tutto dedicato ai video generati dall’intelligenza artificiale. La funzione è integrata nella nuova versione dell’app Meta AI, già disponibile a livello globale, e si pensa sia una mossa per contrastare l’ascesa di Sora 2, il generatore video lanciato da OpenAI insieme a un’app in stile TikTok. 

Secondo la nota ufficiale del gruppo, Vibes offrirà un feed interamente personalizzato dove sarà possibile esplorare e condividere video brevi creati con strumenti di IA. L’obiettivo è costruire un ecosistema dove la creazione multimediale non dipende più dalla videocamera, ma dall’immaginazione (e dai prompt).

Ogni clip mostrerà infatti in chiaro il testo usato per generarla, una mossa pensata per disinnescare sul nascere l’effetto deepfake. I video potranno essere pubblicati solo su Vibes o ricondivisi su Instagram e Facebook in formato stories o reel.

Da quando è stato lanciato negli Stati Uniti, il mini-social ha già prodotto numeri da capogiro: oltre 20 miliardi di immagini create con gli strumenti basati sull’IA e un aumento di dieci volte nella generazione di contenuti multimediali. Un successo che ha convinto Meta ad accelerare il rollout europeo.

Dietro il successo dell'app, restano però le ombre del colosso di Menlo Park. Alla fine dell'anno scorso, secondo quanto riporta Reuters, Meta aveva previsto internamente che avrebbe ricavato circa il 10% del suo fatturato annuo complessivo, ovvero 16 miliardi di dollari, dalla pubblicità di truffe e prodotti vietati, come dimostrano i documenti aziendali interni.

Una serie di documenti interni mai pubblicati prima dimostrano inoltre che per almeno tre anni il gigante dei social media non è riuscito a identificare e fermare una valanga di annunci pubblicitari che hanno esposto miliardi di utenti di Facebook, Instagram e WhatsApp a schemi fraudolenti di e-commerce e investimenti, casinò online illegali e alla vendita di prodotti medici vietati.

In media, come si legge in un documento del dicembre 2024, l'azienda mostra agli utenti delle sue piattaforme circa 15 miliardi di annunci pubblicitari "ad alto rischio", ovvero quelli che mostrano chiari segni di frode, ogni giorno. Meta guadagna circa 7 miliardi di dollari di fatturato annuo da questa categoria di annunci pubblicitari fraudolenti, secondo un altro documento di fine 2024.

Gran parte delle frodi è dovuta a operatori di marketing che hanno agito in modo sufficientemente sospetto da essere segnalati dai sistemi di avviso interni di Meta. Tuttavia, i documenti mostrano che l'azienda esclude gli inserzionisti solo se i suoi sistemi automatizzati prevedono che gli operatori di marketing abbiano almeno il 95% di certezza di commettere una frode.

Se l'azienda ha meno certezza, ma ritiene comunque che l'inserzionista sia un probabile truffatore, Meta applica tariffe pubblicitarie più elevate come sanzione. L'obiettivo e' di dissuadere gli inserzionisti sospetti dal pubblicare annunci. I documenti sottolineano inoltre che gli utenti che cliccano su annunci truffaldini hanno maggiori probabilita' di vederne di piu' grazie al sistema di personalizzazione degli annunci di Meta, che cerca di proporre annunci in base agli interessi dell'utente.

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