Modec, imprese e mondo accademico rilanciano il "bello e ben fatto" della moda
Un documento strategico programmatico indica le priorità fino agli anni Trenta. La partnership tra istituzioni e filiera alla base del rilancio dopo la crisi.
Fare ripartire la filiera della moda in Campania, guardando al futuro con una visione fino al 2030. E’ il Piano strategico predisposto da Modec, il marchio della Moda e del Design della Campania creato un anno fa dalla Regione Campania per rilanciare un settore che crea alto valore aggiunto all’economia, espressione di piccole e medie imprese di abbigliamento, calzature e pelletteria che basano la loro attività sull’eccellenza e, quindi, sulla produzione sartoriale di alta qualità. E che pertanto, per il fatto di mantenere la propria posizione di leadership nella componente manifatturiera e creativa, rappresenta un unicum nel panorama italiano grazie alla presenza di aziende che coprono tutte le fasi sia a monte che a valle della filiera, dalla lavorazione delle materie prime con tintorie, stamperie, comprese le attività di design, progettazione, produzione, distribuzione, fino alla logistica integrata con porti, interporti ed aeroporti. Una risorsa per l’economia italiana e campana che rappresenta la punta di diamante del Made in Italy che il Modec rilancia adesso con un documento programmatico indirizzato al governatore Vincenzo De Luca per ripartire guardando al futuro. Il Modec è il primo organo istituzionale del Sistema Moda italiano, un’iniziativa innovativa nel panorama nazionale del settore creata un anno fa dalla stessa Regione in sinergia con il mondo istituzionale, universitario, della ricerca e del sistema delle aziende del settore.
“E’ un insieme di proposte che guardano i prossimi dieci anni. Viviamo un momento di grande dispersione e confusion, è pertanto necessario -afferma Pasquale della Pia, imprenditore calzaturiero e componente del Modec (nella foto)- passare dalla fase delle analisi e delle diagnosi a quella della concretezza, chiamando in causa tutti gli attori affinchè ognuno faccia la propria parte nell’ambito delle proprie esperienze e di un nuovo corso improntato sulla collaborazione costante tra il sistema delle imprese e le istituzioni competenti in materia. Ci troviamo di fronte ad un evento epocale e l'emergenza economica e sociale impone una nuova visione d'insieme per avviare un nuovo modello di sviluppo che privilegi le produzioni locali riportando in Campania quel pezzo di manifattura esternalizzato all'estero acquisendo il nostro know how”.
Per ripartire, oltre alle misure legate alla crisi del settore per la pandemia in atto, i componenti del Modec (tra cui Giovanna Paone di Kiton, Domenico Menniti di Harmont&Blaine, Maurizio Marinella, Gustavo Ascione del Consorzio di San Leucio, Luigi Giamundo di Confindustria Campania, Carlo Palmieri, Sistema Moda Italia, Patrizia Ranzo del Dipartimento di Architettura dell’università Vanvitelli) indicano negli investimenti la strada prioritaria. Non solo per il mantenere il saper ben fare, ottimizzando il concetto di qualità, ma anche nella formazione del personale e rafforzare la competizione attraverso le tecnologie digitali. Un’opportunità dunque per mantenere il passo con gli aspetti più innovativi della filiera, sia nella produzione che nella distribuzione, da cogliere sia attraverso la costituzione di un fondo di garanzia regionale in grado di sostenere i futuri investimenti delle aziende e di diluire il loro rimborso in venti anni a costo simbolico, sia individuando i fondi europei e quelli destinati al Piano Sud su cui puntare. “E’ la strada necessaria non solo per ripartire dopo la crisi ma anche in prospettiva dei prossimi dieci anni, se si stima che per ogni miliardo aggiuntivo stanziato se ne potranno attivare circa 15 di finanziamenti”, sostiene della Pia.
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