Economia
Mps, il crack Deiulemar e il dissesto dei Mezzaroma. Altri debitori eccellenti

Immobiliaristi, calcio e shipping fra i clienti insolventi di Mps
Mentre la Bce torna in pressing sugli istituti vigilati con un livello particolarmente elevato di non performing loans di presentare un piano entro il mese di marzo, continuano a fioccare i nomi che fanno parte della corposa lista dei grandi debitori della banca toscana (sono molti visto che nei libri contabili di Palazzo Sansedoni c'è una montagna di 27 miliardi di sofferenze).
Tra i protagonisti, secondo quanto ricostruisce il Sole 24 Ore, c'è la famiglia di costruttori romana Mezzaroma, da anni in crisi e su cui Mps ha una forte esposizione. Ma Mps ha perso crediti anche sulla società di calcio Siena guidata, non a caso, dalla stessa famiglia dal 2010 al fallimento del 2015.
Riflettori puntati anche sugli armatori napoletani, del crac Deiulemar, meglio nota alle cronache finanziarie come la "Parmalat del mare", alla ristrutturazione del debito della famiglia Aponte, Grandi Navi Veloci. In lista anche Intermedia Holding, il gruppo guidato per anni da Giovanni Consorte.
Ma andiamo con ordine.
Lo shipping. I finanziamenti, troppo generosi degli anni passati alle società navali e ad alcuni armatori campani hanno generato centinaia di milioni tra sofferenze e incagli ormai difficili da recuperare. In cima alla lista, scrive il quotidiano di Via Monterosa, ci sono i finanziamenti concessi alla Deiulemar, compagnia di navigazione di Torre del Greco (in provincia di Napoli) il cui crack ha coinvolto circa 13 mila risparmiatori (di cui 10mila famiglie del luogo), che avevano investito nella società più di 720 milioni di euro. Tra i finanziatori dell’azienda, da molti definita come la “Parmalat del mare”, c’era proprio il Montepaschi.
Sempre all'ombra del Vesuvio, c’è poi la vicenda, anche se in questo caso si parla di ristrutturazione, della Rizzo Bottiglieri De Carlini Armatori che proprio di recente ha avviato con le banche l’ennesimo riassetto del debito. Gli armatori napoletani, colpiti dal ciclo economico negativo del settore, devono a Palazzo Sansedoni la bellezza di 227 milioni di euro e l’attesa è di potere recuperare una parte di questi soldi nel lungo-medio periodo. Non è dato comunque sapere la ripartizione di questa somma nel bilancio di Mps tra sofferenze, incagli o debiti da ristrutturare.
(Segue...)