Mps, il test dei nuovi bond. Torna il mal di pancia del mercato
Piazza Affari, il titolo chiude a -10%
Ci risiamo. Agli investitori torna il mal di pancia in Borsa sul titolo Montepaschi. Mentre il caso Carige domina il dibattito politico e quello Banca Popolare di Bari fa capolino nelle cronache finanziarie, Piazza Affari vende a piene mani le azioni della banca senese dopo che venerdì la Banca Centrale Europea ha riacceso i riflettori sullo stato di salute dell'istituto controllato dal Tesoro italiano e amministrato da Marco Morelli. Al suono della campanella delle contrattazioni, infatti, Mps è stato oggetto di forti vendite, scontando anche il taglio della raccomandazione da "acquistare" a "neutrale" da parte degli analisti di Banca Akros, il titolo ha chiuso con un calo del 10%.
Lo scorso 5 dicembre, la Vigilanza guidata dall'italiano Andrea Enria ha inviato all’istituto una lettera contenente le nuove richieste dei requisiti prudenziali da rispettare per il 2019. Ma soprattutto ha indicato i rischi e i punti di debolezza che la banca deve affrontare.
Si è trattato di un autentico cahier de doleances, che Mps ha dovuto comunicare agli investitori anche in vista del lancio sul mercato di nuove obbligazioni subordinate (T2) per il valore di 800 milioni di euro (doveva essere effettuato entro fine 2018), in cui la Bce evidenzia la necessità per la banca di migliorare la redditività, fino ad oggi "inferiore agli obiettivi del piano" concordato con Francoforte per tirare fuori il gruppo dalle secche della crisi che l'ha accompagnato fino a fine 2017, prima dell'ingresso del Mef nel capitale con la ricapitalizzazione precauzionale.
Andrea Enria
Fra le debolezze di Rocca Salimbeni, la Vigilanza ha evidenziato anche la posizione patrimoniale, "indebolita dall’impossibilità di emettere" nei mesi scorsi dei bond subordinati Tier 2 e su cui hanno pesato, nel nuovo anno nero dei bancari in Borsa, gli impatti "diretti e indiretti" della dinamica spread Btp-Bund. E proprio sul tema della raccolta, gli ispettori di Francoforte hanno lanciato l’allarme, mettendo in evidenza le "significative" sfide poste dal piano di ristrutturazione sul lato del funding e sulla capacità di Mps di "attuare con successo la propria strategia di raccolta, viste le turbolenze che si stanno verificando nei mercati italiani". Nella lettera infine emerge anche un altro pesante diktat: ovvero, senza però fornire indicazioni sulle modalità e sull'intensità di procedere a nuovi accantonamenti, quello della svalutazione totale dei crediti deteriorati in portafoglio nel giro di sette anni.
Insomma, sono diverse le crisi bancarie italiane in atto. Mentre per Carige l'ombrello statale è stato aperto grazie il decreto del governo Conte e si attende di sapere come si muoverà l'azionista di maggioranza relativa Vittorio Malacalza e per PopBari il nuovo piano industriale a firma De Bustis deve attraversare le forche caudine del mercato, Mps potrebbe sondare il gradimento degli investitori già la settimana prossima per raccogliere gli 800 milioni di titoli subordinati (Tier2). Un'operazione che però potrebbe far tornare a deflagrare la crisi senese.
"Forse sì, gli indicatori di settimana in settimana ci porranno dei temi che non sono stati ancora completamente risolti", ha spiegato ieri infatti Giancarlo Giorgetti, sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, intervenendo alla Scuola di formazione politica della Lega e rispondendo alla domanda se nel sistema bancario italiano oltre al problema Carige, ci sia anche un problema Mps che potrebbe affacciarsi in agenda nelle prossime settimane.
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