Corporate - Il giornale delle imprese
ANBI, a Camaldoli il Convegno “La Montagna in Prima Linea": focus sugli interventi nelle aree interne
Gargano (ANBI): “Iniziamo oggi un percorso che porteremo avanti in tutte le aree interne del Paese, proponendo al Governo quattro azioni”

ANBI: svolto a Camaldoli il Convegno “La Montagna in Prima Linea” con ANBI Toscana, ANBI Emilia-Romagna e Consorzio di Bonifica 2 Alto Valdarno
Si è svolto ieri a Camaldoli, presso gli spazi del Monastero, il convegno “Montagna in prima linea: gestione, conservazione, sfide climatiche”, primo appuntamento della campagna nazionale promossa da ANBI e dedicata alle aree interne del Paese. L’iniziativa, organizzata in collaborazione con il Consorzio di Bonifica 2 Alto Valdarno, ANBI Toscana e ANBI Emilia-Romagna, ha riunito amministratori, tecnici ed esperti per riportare al centro dell’agenda pubblica il ruolo strategico dei territori montani nella prevenzione del dissesto idrogeologico e nella rigenerazione ambientale.
La Toscana è stata scelta come punto di partenza di questo percorso nazionale, che punta a contrastare fenomeni come spopolamento, abbandono dei territori e aumento della fragilità idrogeologica. Nel corso dell’incontro, il direttore generale di ANBI, Massimo Gargano, ha ribadito l’importanza delle aree interne come elemento distintivo per lo sviluppo del Paese, sottolineando la necessità di una legge sul consumo del suolo, di nuove infrastrutture e di strumenti adeguati per sostenere i territori più vulnerabili. Gargano ha inoltre richiamato l’attenzione sul piano invasi, fondamentale per produrre energia, sostenere le falde e garantire sicurezza idraulica.
Grande soddisfazione è stata espressa da Serena Stefani, presidente del Consorzio di Bonifica 2 Alto Valdarno e vicepresidente di ANBI Toscana, che ha ricordato il valore ambientale e simbolico di Camaldoli, cuore del Parco Nazionale delle Foreste Casentinesi. Qui il Consorzio svolge un lavoro costante di manutenzione dei corsi d’acqua, ma, come evidenziato da Stefani, la sola manutenzione ordinaria non è più sufficiente di fronte ai cambiamenti climatici. Da Camaldoli è dunque partita la richiesta alle istituzioni di integrare il concetto di “bonifica montana” nelle normative nazionali, con finanziamenti adeguati.
A confermare la centralità delle aree montane è stata anche Gaia Checcucci, segretario dell’Autorità di Bacino Distrettuale dell’Appennino Settentrionale, che ha richiamato la necessità di affrontare il rischio idrogeologico in modo unitario, integrando gli aspetti idraulici e geologici. Andrea Gennai, direttore del Parco Nazionale delle Foreste Casentinesi, ha illustrato l’esperienza portata avanti nel parco, dove la collaborazione tra enti, scienziati e operatori del territorio ha permesso di coniugare sicurezza idraulica e tutela della biodiversità.
La giornata si è conclusa con una visita guidata agli interventi realizzati dal Consorzio di Bonifica 2 Alto Valdarno nel cuore del Parco, esempio concreto di buona pratica: censimento delle opere idrauliche, manutenzione condivisa, progettazione partecipata e interventi mirati alla mitigazione dell’impatto ambientale. Un modello operativo, costruito grazie al lavoro congiunto di Consorzio, Carabinieri Forestali, Parco delle Foreste Casentinesi e Regione Toscana, che oggi rappresenta una delle esperienze più significative di integrazione tra difesa idraulica e conservazione ambientale.
La dichiarazione Massimo Gargano, Direttore Generale di ANBI, ad Affaritaliani
Massimo Gargano, Direttore Generale di ANBI, ha dichiarato: “Questo Paese deve mettere in campo, in modo ancora più rapido, soluzioni efficaci per rispondere ai piani di adattamento ai cambiamenti climatici. Noi, come Consorzio di Bonifica, ci assumiamo questa responsabilità e iniziamo oggi un percorso che porteremo avanti in tutte le aree interne del Paese, proponendo al Governo, con grande serenità, quattro azioni”.
“La prima riguarda la necessità di infrastrutturare le aree interne. Il piano di base che abbiamo elaborato con Coldiretti va proprio in questa direzione: è multifunzionale, non entra in conflitto con l’ambiente, anzi lo sostiene. Produce energia, riduce le emissioni di CO₂, fornisce acqua all’agricoltura e, soprattutto, la sottrae ai cittadini quando è in eccesso, come purtroppo abbiamo visto in questi giorni. Questo è il primo elemento”, ha affermato Gargano.
“Il secondo riguarda il progetto di legge sulla manutenzione delle aree interne che abbiamo messo a disposizione del Parlamento. Lo abbiamo fatto e ce ne assumiamo la responsabilità: le Regioni potranno avvalersi dei Consorzi di Bonifica, delle loro competenze e delle loro maestranze, per garantire una manutenzione efficace. La terza azione”, ha proseguito Gargano, “è la richiesta, che ribadiamo con forza, di una legge sul consumo di suolo. Non è pensabile continuare a edificare, ancora oggi, 10.000 metri quadrati di suolo ogni ora, un suolo che invece dovrebbe produrre cibo”.
“Tutto questo si traduce nella nostra quarta e ultima proposta: un nuovo e originale modello di sviluppo e crescita per il Paese. L’Italia può crescere valorizzando il suo patrimonio distintivo, fatto di cibo, arte, cultura e sicurezza. Su questi elementi il nostro Paese può essere davvero molto, molto competitivo”, ha poi concluso Gargano.
Le parole di Serena Stefani, Presidente Consorzio di Bonifica 2 Alto Valdarno, ad Affaritaliani
Serena Stefani, Presidente Consorzio di Bonifica 2 Alto Valdarno, ha dichiarato: “‘La montagna in prima linea’ è il convegno che questa mattina ANBI Nazionale ha organizzato qui a Camaldoli. Si inserisce in una campagna di ascolto, confronto, studio e approfondimento dedicata al tema delle aree interne. Per me è particolarmente significativo partire da Camaldoli, perché questo luogo, fin dai tempi di San Romualdo, già dall’anno Mille, rappresenta un rapporto unico tra l’uomo e la montagna, tra l’uomo e la natura. Ci troviamo, inoltre, nel cuore del Parco Nazionale delle Foreste Casentinesi, una foresta biogenetica a pochi passi dalle faggete vetuste recentemente dichiarate patrimonio dell’umanità. È un territorio di altissimo valore ambientale, in cui il Consorzio di Bonifica opera garantendo la manutenzione ordinaria dei corsi d’acqua, anche nelle aree più interne”.
“Si tratta di un’attività preziosa, oggi ancora più importante in tempi di cambiamenti climatici. Tuttavia, la sola manutenzione ordinaria non basta: essa assicura il regolare deflusso delle acque e rende i nostri territori più resilienti, ma occorre fare di più. Da Camaldoli, quindi, vogliamo chiedere un impegno nuovo e più forte sul tema della difesa del suolo. Chiediamo l’inserimento del concetto di “bonifica montana” all’interno della strategia per le aree interne, accompagnato da un adeguato stanziamento di fondi, perché siamo convinti che la sicurezza della pianura nasca proprio da queste montagne”, ha concluso Stefani.
L’intervista di Affaritaliani a Francesca Mantelli, Presidente del Consorzio di Bonifica di Parma
Francesca Mantelli, Presidente del Consorzio di Bonifica di Parma, ha dichiarato: “Il progetto che il Consorzio di Bonifica Parmense ha presentato oggi al convegno di Camaldoli sulle aree interne è il caso studio “Difesa Attiva”, un’iniziativa che il nostro Consorzio porta avanti da tempo e che risulta pienamente realizzabile e replicabile su tutto il territorio nazionale. Con questo intervento abbiamo voluto offrire uno spunto di riflessione su un tema cruciale: la prevenzione”.
“Grazie alla Difesa Attiva riusciamo infatti a fare prevenzione, un concetto in cui crediamo profondamente. In un momento storico in cui si dedicano molte energie e risorse alla gestione delle emergenze, è necessario fermarsi e comprendere che pianificazione e prevenzione rappresentano forse l’unico modo davvero efficace per contrastare gli effetti dei cambiamenti climatici, che colpiscono in modo particolare le aree montane e interne del nostro Paese”, ha detto Mantelli.
“La forza di questo progetto risiede nella collaborazione tra gli enti, le amministrazioni comunali dei territori montani e gli agricoltori, che sono le vere sentinelle del territorio. Attraverso fondi destinati ai comuni, che a loro volta stabiliscono priorità tramite bandi in base alle esigenze e alle criticità locali, dalla regimazione delle acque al dissesto idrogeologico, il progetto diventa operativo grazie all’intervento diretto degli agricoltori. Si tratta quindi di un vero e proprio patto con il mondo agricolo, in grado di offrire risposte concrete e di contribuire in modo significativo alla valorizzazione delle aree interne”, ha concluso Mantelli.
