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Gas, petrolio… ma se venisse a mancare anche l’acqua?

Intervista a Vincenzi, Presidente di ANBI. “Agire subito, oggi più che mai”
Acqua, risorsa decisiva per il futuro. Affaritaliani intervista Francesco Vincenzi
Presidente Vincenzi non tutti i nostri lettori sanno cosa è ANBI: può descriverla a chi legge in quanto impresa?
"ANBI rappresenta 142 consorzi di bonifica ed irrigazione, operanti in Italia. Tali realtà sono un’originale esperienza di autogoverno del territorio con finalità di salvaguardia idrogeologica, gestione delle acque di superficie a prevalente uso agricolo, tutela ambientale, produzione di energia rinnovabile. Ne fanno parte i proprietari di immobili, agricoli ed urbani, ricadenti all’interno di un comprensorio idraulico, approvato dalla Regione e che ricevono un beneficio dimostrato dall’attività dell’ente consorziale, in base al quale pagano annualmente un contributo di bonifica, che serve all’ordinaria manutenzione delle opere idrauliche affidate ed alla gestione del Consorzio. Le spese per il servizio d’irrigazione sono invece a carico di chi ne usufruisce e si riferiscono al solo puro costo del “trasporto idrico”, essendo considerata l’acqua una risorsa di tutti e pertanto non lucrabile. Ogni 5 anni tutti i consorziati sono chiamati ad eleggere i propri organi amministrativi, secondo un modello democratico, cui si sono ispirate analoghe esperienze operanti nel mondo. I Consorzi di bonifica ed irrigazione sono rimasti, dopo il ridimensionamento di Province e Comunità Montane, l’unico ente intermedio fra Comuni e Regioni, capace di progettare su area vasta; è così un vero e proprio partner operativo per gli Enti Locali, come sancito anche dal recente Protocollo d’Intesa ANBI-ANCI. Ai Consorzi di bonifica ed irrigazione è affidata la cosiddetta rete idraulica minore, lunga oltre 230.000 chilometri, cioè quasi 6 volte la circonferenza del Pianeta; lungo essa sono presenti migliaia di opere idrauliche, tra cui oltre 800 centrali idrovore, indispensabili a garantire la vivibilità a circa il 30% dei territori di pianura, poichè sono posti sotto il livello del mare".
Oggi il tema dell’acqua è cruciale e il vostro lavoro fondamentale. Che scenari immagina per i prossimi due decenni in termini di difesa della principale risorsa naturale del pianeta?
"Molti osservatori indicano l’acqua come la probabile, principale causa di prossimi conflitti. Senza evocare scenari bellici, purtroppo di drammatica attualità, è già in essere un evidente conflitto fra i molteplici interessi gravanti sull’utilizzo dell’acqua, che normativamente vede, dopo quello ad uso umano, l’utilizzo agricolo e poi via via tutti gli altri: da quello energetico a quello ambientale, da quello turistico a quello sportivo. E’ evidente che i contrasti si accentuano laddove minore è la disponibilità idrica; per questo, da un lato bisogna ottimizzare l’utilizzo delle risorse idriche, dall’altro bisogna aumentarne la capacità di raccolta. Per quanto riguarda il nostro Paese, è necessario soprattutto efficientare le reti idriche e realizzare nuovi invasi, soprattutto medio-piccoli, per incrementare la percentuale di pioggia trattenuta al suolo, oggi ferma all’11% dei circa 300 miliardi di metri cubi, che annualmente cadono sulla Penisola.
Le industrie, i servizi, il terziario: perché anche questi mondi dovrebbero interessarsi a chi si occupa di difesa del suolo e di gestione dell’acqua?
"Perché la risorsa è vitale, unica ed interessa tutti. Non è più pensabile progettare bacini, che non siano multifunzionali, dando risposte a molteplici esigenze. Un esempio: ancora nel 2017 lanciammo, con l’allora Struttura di Missione #italiasicura, il progetto per la realizzazione di 2000 invasi utili ad aumentare la riserva idrica del Paese; oggi, quell’idea è confluita nella proposta ANBI-Coldiretti per 6000 laghetti lungo la Penisola. Ognuno di tali specchi d’acqua artificiali potrebbe essere base d’appoggio per pannelli solari galleggianti, contribuendo significativamente alla produzione energetica del Paese. Il futuro è nell’innovazione, non certo nella ripresa di estrazioni metanifere davanti a zone, come il delta Po, che ancora oggi molto stanno pagando, a causa della subsidenza innescata da analoghe scelte, operate decenni fa. Ma non solo: la salvaguardia idrogeologica, cioè la prevenzione da frane ed alluvioni è un imprescindibile condizione allo sviluppo; chi investirebbe in un territorio soggetto ad allagamenti? Infine, stanti i cambiamenti climatici, l’irrigazione è diventata un fattore strutturale per l’agricoltura come riassume un nostro slogan: il cibo è irriguo".
Pensa che si debba fare di più per creare attenzione sui temi che fanno parte del vostro lavoro quotidiano?
"Assolutamente sì, perché nei confronti della gestione idrica scontiamo un grande gap culturale, giacchè è un lavoro quotidiano, la cui importanza si evidenzia solo nei momenti d’emergenza; inoltre, necessita di investimenti a lunga scadenza, che fanno parte di una visione politica, che oggi non è purtroppo di moda. Più volte abbiamo inutilmente chiesto che “l’educazione all’acqua” rientrasse nei programmi di una rinnovata educazione civica; noi sviluppiamo autonomamente programmi didattici nelle scuole ed ogni anno promuoviamo la Settimana Nazionale della Bonifica e dell’Irrigazione; ma non basta: serve un assunzione di responsabilità collettiva.." .
Perché il Forum Mondiale sull’Acqua del 2024 è un’occasione importante per il Paese?
"Per i motivi appena detti, perché sarebbe un’occasione di riflessione per tutti, ad iniziare dalla classe politica, chiamata a responsabilità verso problemi planetari, ma in cui ormai anche l’Italia è coinvolta ad iniziare, ad esempio, dal rischio desertificazione, evidente in crescenti zone del Paese. Per questo, fin dall’inizio siamo tra i promotori della candidatura Firenze-Assisi-Roma ed ora estesa anche a Milano. Sarebbe l’opportunità anche per richiamarsi ad una cultura idraulica, che storicamente ci vede leader nel mondo e di cui i Consorzi di bonifica ed irrigazione sono riconosciuti eredi, che affondano le radici nel passato, ma sanno guardare al futuro con ricerca ed innovazione.”