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Gruppo FS presenta la mostra 'Le ferrovie d’Italia (1861-2025)' al Vittoriano: dal 7 novembre all'11 gennaio
Tanzilli (Gruppo FS): "La nostra espansione internazionale è ormai significativa, e con essa la volontà di esportare i nostri modelli ingegneristici, il nostro design e il nostro know-how, in tutti quei contesti in cui possono generare valore"

Gruppo FS inaugura al Vittoriano la mostra 'Le ferrovie d’Italia (1861-2025)', in programma dal 7 novembre 2025 all’11 gennaio 2026
Una narrazione che attraversa oltre un secolo e mezzo di storia italiana, mettendo al centro i binari come simbolo di progresso, identità e trasformazione sociale. È questo il cuore della mostra Le ferrovie d’Italia (1861-2025). Dall’unità nazionale alle sfide del futuro, promossa e organizzata da VIVE – Vittoriano e Palazzo Venezia e dal Gruppo FS Italiane, presentata dalla Direttrice Generale del VIVE e curatrice dell’esposizione, Edith Gabrielli, insieme al Presidente del Gruppo FS, Tommaso Tanzilli. L’iniziativa si sviluppa nella Sala Zanardelli del Vittoriano e nel Giardino grande di Palazzo Venezia, con l’obiettivo di offrire al pubblico una lettura ampia e articolata del ruolo che le ferrovie hanno svolto nella storia del Paese.
L’esposizione ripercorre le tappe principali del rapporto tra lo sviluppo della rete ferroviaria e la costruzione dell’identità nazionale. Già negli anni Quaranta dell’Ottocento, Camillo Benso, conte di Cavour, aveva intuito come la ferrovia avrebbe rappresentato uno strumento fondamentale per consolidare l’unità politica e territoriale dell’Italia nascente. I binari hanno infatti reso concreta la geografia di un Paese fino ad allora diviso da barriere storiche e culturali, favorendo collegamenti, scambi economici e incontri tra comunità lontane, oltre ad aver contribuito alla nascita di una nuova mobilità sociale e di una modernità condivisa. Treni e stazioni sono diventati luoghi simbolici, capaci di generare immaginari collettivi, ispirare letterati e artisti, e riflettere aspirazioni e contraddizioni della contemporaneità.
La scelta del Vittoriano, luogo fondativo della memoria nazionale e istituzione oggi gestita da VIVE, risulta ideale per accogliere un racconto che intreccia storia civile, trasformazioni economiche e visioni culturali. La mostra si inserisce inoltre nelle celebrazioni per i 120 anni dalla nascita delle Ferrovie dello Stato, avvenuta nel 1905. Da allora il Gruppo FS ha accompagnato le fasi cruciali della storia italiana: dalla ricostruzione del dopoguerra al boom economico, dal decennio delle grandi migrazioni interne fino alla stagione dell’Alta Velocità e alla transizione digitale. Oggi il Gruppo FS è una realtà industriale articolata, con oltre 96.000 dipendenti e un piano di investimenti superiore a 100 miliardi di euro in cinque anni, volto a rafforzare l’infrastruttura ferroviaria e stradale, migliorare l’intermodalità e promuovere una mobilità sostenibile e connessa ai territori.
Il percorso espositivo segue una scansione cronologica che va dall’unificazione nazionale alle sfide contemporanee, mostrando come la ferrovia abbia rappresentato allo stesso tempo un mezzo di trasporto e un potente dispositivo di trasformazione culturale. Il racconto si concentra sullo sviluppo tecnologico e ingegneristico, sulle scelte politiche e istituzionali, sulle ricadute sociali del viaggio e del pendolarismo, e sull’interpretazione artistica del treno nelle varie forme espressive. Una sezione immersiva, all’interno della Sala Zanardelli, offre ai visitatori un’esperienza multisensoriale, mentre nel Giardino grande due riproduzioni monumentali dei celebri treni Settebello e Arlecchino permettono di entrare in contatto diretto con alcune tra le più iconiche testimonianze del design ferroviario italiano.
La mostra è accompagnata da un catalogo edito da Silvana Editoriale, che raccoglie un approfondito apparato iconografico e i testi della curatrice e del Comitato scientifico composto da studiosi di storia, arte e società. Per tutta la durata dell’esposizione il VIVE propone inoltre un ampio programma di attività didattiche per scuole, famiglie e pubblici con esigenze specifiche, riaffermando il valore della cultura ferroviaria come patrimonio condiviso, memoria viva e chiave di lettura del presente.
L'intervista a Tommaso Tanzilli, Presidente del Gruppo FS
"La mostra nasce dalla volontà non di autocelebrare, ma di rendere omaggio a ciò che le ferrovie italiane hanno rappresentato per il Paese. Ricordiamo i 120 anni dalla fondazione delle Ferrovie dello Stato Italiane, avvenuta nel 1905, ma la storia ferroviaria nazionale inizia ancora prima, con l’Italia unita nel 1861, quando le diverse reti preunitarie furono riunite e si introdusse l’orario ferroviario unico. Quel momento rappresentò uno dei primi e più concreti segni dell’unità fisica e geografica del Paese, un processo al quale le ferrovie contribuirono in modo decisivo. È proprio questo significato che la mostra intende valorizzare e celebrare", ha dichiarato Tommaso Tanzilli, Presidente del Gruppo FS, ai microfoni di affaritaliani.
Tanzilli ha concluso: "Guardando al futuro, continuiamo il percorso avviato nel corso dei decenni: un processo di industrializzazione e innovazione che oggi non riguarda solo l’Italia, ma anche l’Europa e il mondo. La nostra espansione internazionale è ormai significativa, e con essa la volontà di esportare i nostri modelli ingegneristici, il nostro design e il nostro know-how, in tutti quei contesti in cui possono generare valore. Tre momenti sono emblematici in questa storia. Il primo è l’introduzione dell’orario ferroviario unico, simbolo concreto di unità nazionale e motore di modernizzazione. Il secondo è il periodo della ricostruzione post-bellica, quando le ferrovie ebbero un ruolo fondamentale nel rimettere in moto il Paese. Il terzo è quello che stiamo vivendo oggi: la stagione dell’innovazione e dell’Alta Velocità, che continua a trasformare la mobilità e a ridefinire le distanze".
L'intervista a Edith Gabrielli, Direttrice Generale del VIVE e curatrice dell’esposizione
"Sicuramente l’opera che colpisce maggiormente è la Locomotiva di Eliseo Mattiacci del 1965, che chiude il percorso espositivo. Si tratta di un’opera iconica: una sequenza di cerchi concentrici che, a un primo sguardo, creano quasi un effetto optical, ma che sono in realtà realizzati in ferro. L’associazione tra la perfezione della forma e la forza della materia trasmette proprio quell’ambivalenza di cui parlavo prima: da un lato la spinta positiva del progresso, dall’altro la sua potenziale energia distruttrice", ha chiosato Edith Gabrielli, Direttrice Generale del VIVE e curatrice dell’esposizione, ai microfoni di Affaritaliani.
