Oltre 11 miliardi di profitti annui. I numeri delle nozze Axa-Generali - Affaritaliani.it

Economia

Oltre 11 miliardi di profitti annui. I numeri delle nozze Axa-Generali

Rumors: l'obiettivo più ambizioso del finanziere Vincent Bollorè resta la fusione Generali-Axa, da favorire attraverso la presa del controllo di Mediobanca

Il problema di Bolloré è dunque duplice: riuscire a convincere i soci italiani a incoronarlo re di Piazzetta Cuccia e contemporaneamente convincere i consoci in Generali a lasciargli lo scettro del comando. In Mediobanca molto dipenderà dall’atteggiamento di Unicredit, intenzionato a dismettere almeno in parte la sua quota, ma anche da azionisti come i Benetton (soci al 2,16% attraverso Edizione Srl), Mediolanum (3,34% del capitale) e Silvio Berlusconi (2,06%), il che presuppone anzitutto una sistemazione definitiva e “amichevole” della partita attorno a Mediaset. In Generali il francese potrebbe trovare una sponda nel neo-Ceo Philippe Donnet, assurto alla carica dallo scorso marzo anche grazie al sostegno dello stesso Bolloré e dunque verosimilmente pronto a ricambiare il favore, specie se nel nuovo colosso assicurativo dovesse toccargli una poltrona di rango paragonabile all’attuale.

Ma resteranno da convincere soci come Leonardo del Vecchio (3,17%), Francesco Gaetano Caltagirone (3%) e gli attentissimi Boroli-Drago (scesi sotto il 2% dall’agosto 2015 ma ancora rappresentati in Cda). Alla fine tutto potrebbe risolversi in una questione di prezzo: se Jean Pierre Mustier, Ceo di Unicredit, non ha alcun vantaggio a vendere i suoi titoli Mediobanca a meno di 9,7 euro per azione, valore di carico della partecipazione cui si contrappongono quotazioni attualmente inferiori ai 6,5 euro, dunque con un gap del 33% che difficilmente potrebbe essere offerto come “premio” da Bolloré per un eventuale acquisto, in Generali i soci privati (salvo Francesco Gaetano Caltagirone che con recenti acquisti oltre a salire di peso ha ridotto sotto i 14 euro il prezzo medio di carico) vedono prezzi di carico ancora vicini ai 24-25 euro.

L’alternativa per Bolloré potrebbe essere quella di dimenticarsi dei “salotti buoni” e delle “buone maniere” e fare ricorso al mercato, seguendo l’esempio di quanto fatto da Urbano Cairo in Rcs. Lanciare un’Opa parziale su Generali, che attualmente oscilla sotto i 12,25 euro per azione, con un premio del 15%-20%, ossia di 2-2,4 euro, quindi attorno ai 14,5-14,7 euro per azione, potrebbe costare non più di 2,25 miliardi consentendo di mettere le mani su un 10% del Leone di Trieste, quanto basta per neutralizzare gli eventuali “grandi” soci privati che non fossero d’accordo col cambio di rotta. A quel punto la fusione franco-italiana sarebbe in discesa, politica permettendo: finirà così? Difficile prevederlo, ma i numeri del gigante delle polizze che ne nascerebbe lo proietterebbero immediatamente al top del ranking settore assicurativo mondiale.

Luca Spoldi