Economia
Orcel (UniCredit): “M&A? Solo chi non sa gestire dipende dalle acquisizioni”
L'amministratore delegato di Unicredit, Andrea Orcel, all'evento Young Factor: un dialogo tra giovani, economia e finanza promosso da Osservatorio Permanente Giovani-Editori in partnership con Intesa Sanpaolo

Orcel (UniCredit): “M&A? Solo chi non sa gestire dipende dalle acquisizioni”
Andrea Orcel, amministratore delegato di UniCredit, torna a parlare di fusioni, acquisizioni e del ruolo dei governi europei, durante l’evento Young Factor organizzato dall’Osservatorio Permanente Giovani-Editori in collaborazione con Intesa Sanpaolo. Di fronte a centinaia di studenti, Orcel ha raccontato la propria carriera e ha offerto un quadro realista sulla complessità crescente delle operazioni di M&A in Europa.
“Mi sono laureato su M&A, ma in Italia era quasi impossibile”
“Mi sono laureato con una tesi su fusioni e acquisizioni, sapevo già che volevo fare quello nella vita”, ha esordito Orcel. “Il talento serve, ma serve ancora di più avere un’idea chiara e investire su se stessi. In Italia negli anni ’80 e ’90 non c’era quasi nessuna cultura sulle fusioni. Ho dovuto spiegare la mia tesi alla commissione perché non c’era esperienza nel Paese, e per realizzare il mio sogno sono dovuto andare a New York e a Londra.”
Orcel ha rimarcato come sia fondamentale perseguire i propri obiettivi, anche a costo di uscire dalla propria zona di comfort: “Se avete un sogno, dovete inseguirlo ovunque vi porti”.
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“In Italia serve più meritocrazia. Solo in UniCredit 5.600 assunzioni giovani”
Il banchiere ha poi parlato del tema lavoro e giovani: “In Italia dobbiamo migliorare nella meritocrazia e nell’affiancamento delle carriere. Le opportunità però ci sono: solo in UniCredit abbiamo assunto 5.600 giovani”, ha sottolineato.
Orcel su M&A: “L’acquisizione è un’accelerazione, non una strategia”
Il tema centrale resta quello delle fusioni. “Qualunque azienda deve avere una sua strategia autonoma, indipendente dalle acquisizioni. Se un’azienda vive solo di M&A, vuol dire che non sa gestirsi”, ha affermato Orcel. “Un’acquisizione è una scorciatoia, non la regola. Prendere Commerzbank, ad esempio, ci accelererebbe di dieci anni nel settore PMI, ma non è un obbligo.”
Dati chiave M&A post-Covid:
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Maggiore interventismo dei governi nelle operazioni
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Regole e pareri antitrust rallentano i tempi
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Incertezza politica può bloccare deal già avviati
Governi più presenti e regole più complesse dopo il Covid
Orcel ha raccontato come il contesto sia radicalmente cambiato: “Negli anni ’90 e 2000 decidevano solo gli azionisti: si faceva una proposta e si approvava o meno. Oggi è tutto diverso: servono mesi di analisi, l’antitrust interviene e i governi sono molto più interventisti, specie dopo il Covid.”
L’Europa oggi – secondo Orcel – è meno disponibile ad accettare operazioni transfrontaliere, e il caso BBVA in Spagna, così come quello UniCredit su BPM o Commerzbank, sono solo gli esempi più recenti: “In Europa si parla molto di unione bancaria e dei mercati, ma appena si prova a concretizzare arrivano i veti”.
“Serve lobbying e basi solide, l’Europa resta divisa”
“Questo elemento politico è diventato centrale – spiega Orcel – e se la situazione cambia durante i mesi di trattativa, tu resti legato a condizioni fissate mesi prima. Se c’è opportunità la cogliamo, ma se mancano le condizioni, torniamo alla base.”
Il banchiere rilancia la necessità di una visione più unita per l’Europa: “Serve orgoglio nazionale, ma anche capacità di fare sistema. Oggi puoi solo scegliere se fare lobbying prima, o sperare che tutto vada bene dopo”.