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Economia
PagoPA passa nelle mani della Zecca dello Stato: banche contro Meloni

PagoPa, il decreto del governo trasferisce la proprietà alla Zecca dello Stato: banche pronte al ricorso

Il governo ha deciso di trasferire la proprietà di PagoPA Spa alla Zecca dello Stato sollevando notevoli preoccupazioni riguardo la concorrenza nel settore dei pagamenti pubblici. PagoPA Spa, precedentemente interamente controllata dal Ministero dell'Economia, gestisce un sistema cruciale per i pagamenti verso la Pubblica Amministrazione.

Secondo il decreto legge relativo al Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (Pnrr), entrato in vigore il 2 marzo 2024, almeno il 51% del capitale di PagoPA Spa sarà ora sotto il controllo della Zecca dello Stato. Molti istituti e banche ora chiedono un ricorso al governo Meloni riguardo al trasferimento della società per i pagamenti pubblici alla Zecca e all'azienda postale guidata da Matteo Del Fante. Come riporta Repubblica, la nuova proprietà di PagoPA Spa potrebbe influenzare significativamente il panorama dei pagamenti pubblici in Italia e le dinamiche competitive tra le varie istituzioni finanziarie e il settore pubblico.

“PagoPA, società interamente partecipata dallo Stato attraverso il ministero dell'Economia e delle finanze e sottoposta alla vigilanza del presidente del Consiglio, tramite il ministro delegato, è la piattaforma digitale deputata ai pagamenti in favore della Pubblica Amministrazione, realizzato con lo scopo di semplificare e aumentare la qualità e la quantità dei servizi di pagamento offerti dagli enti della Pubblica Amministrazione ed effettuarli nella massima sicurezza. Dal 2016 a oggi, PagoPA ha registrato una crescita esponenziale e costante, sia in termini di transazioni che di controvalore dei pagamenti. Considerato che la digitalizzazione occupa una posizione di rilievo tra gli interventi di riforma annoverati nel Piano nazionale di ripresa e resilienza (PNNR) e che la Missione n.1 si prefigge come obiettivo generale quello di dare un ‘impulso decisivo al rilancio della competitività e della produttività del Paese’, attraverso una serie di investimenti volti a garantire un deciso salto di qualità nel percorso di digitalizzazione del Paese vorremmo capire le motivazioni che hanno portato il governo a stabilire, nell'articolo 20, comma 3, del decreto legge 2 marzo 2024, n. 19, recante "Ulteriori disposizioni urgenti per l'attuazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR)", che, ai fini del rafforzamento dell'interoperabilità tra le banche dati pubbliche e di valorizzazione della Piattaforma digitale nazionale dati, nonché di razionalizzazione e di riassetto industriale nell'ambito delle partecipazioni detenute dallo Stato, sono attribuiti rispettivamente all'Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato S.p.A., in misura non inferiore al 51 per cento, e, per la restante quota di partecipazione, a Poste Italiane Spa, i diritti di opzione per l'acquisto dell'intera partecipazione azionaria detenuta dallo Stato nella società PagoPA”. Così Daniele Manca, capogruppo Pd in commissione Bilancio a Palazzo Madama. 

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Tale operazione, che - ricorda ancora Manca - si inserisce nel solco delle privatizzazioni previste dal governo per recuperare 20 miliardi di euro nel triennio 2024-2026, ha suscitato la protesta di molti enti creditizi che denunciano l’aggiramento delle norme sulla concorrenza. Per questo motivo ho presentato una interrogazione al ministero per gli Affari europei e al Mef, sottoscritta da tutto il gruppo del Pd, nella quale chiedo di sapere ‘quali siano le motivazioni che hanno portato al coinvolgimento di Poste italiane Spa nell'operazione di cessione di quote di capitale di PagoPA; se intendano chiarire quale sia li corrispettivo minimo atteso dalla suddetta cessione e quali siano i criteri che saranno adottati dai soggetti nominati dal ministero dell'Economia e delle finanze per la definizione della cessione delle quote di PagoPA alle parti acquirenti; se non ritengano che la cessione di quote di capitale di PagoPA a Poste Italiane Spa comporti problematiche di natura concorrenziale e se intendano escludere qualsiasi problematica con riguardo alla tutela dei dati sensibili dei cittadini che si avvalgono di Pago PA, a partire dai metodi pagamento con bancomat e carte di credito; se non ritengano che la cessione di quote di PagoPA sia del tutto in contrasto con gli obiettivi del PNRR e gli interessi della pubblica amministrazione in tema di digitalizzazione e se intendano escludere che da tale cessione non derivi un disimpegno pubblico sul fronte dello sviluppo, della semplificazione, della qualità e della sicurezza dei servizi di pagamento in via digitale, con conseguente pregiudizio per la pubblica amministrazione e gli enti creditori che hanno finora utilizzato la piattaforma di PagoPA’”

 

 






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