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Economia
Parmalat, arriva l'Opa di Lactalis a 2,8 euro/azione, poi delisting

Parmalat si prepara a lasciare definitivamente il listino di Piazza Affari, dopo 5 anni di presenza marginale, con scambi ridotti a causa di un flottante limitato al 12,26% del capitale dopo l'Opa del 2011 di Lactalis. Proprio oggi il Gruppo controllato da Emmanuel Besnier, re del Camembert, ha rotto gli indugi ed ha annunciato un'Opa totalitaria a 2,8 euro per azione, con un premio dell'8,5% sulla chiusura di venerdi' scorso.

Risultato: per un giorno in Piazza Affari ci si e' accorti che il titolo esisteva ancora, visto il balzo del 10,12% segnato in chiusura a 2,83 euro, vale a dire poco sopra il denaro offerto da Parigi, con scambi per oltre 5,8 milioni di pezzi, pari allo 0,31% del capitale, a fronte di una media giornaliera mensile inferiore alle 200mila unita'. L'obiettivo di monsieur Besnier, che opera tramite la controllata Sofil, e' "continuare a sostenere la crescita" di Parmalat. Per farlo, secondo i francesi, occorre agire "con una ristretta base azionaria, piuttosto che con un azionariato diffuso, ed in una situazione, qual e' quella derivante dalla perdita dello status di societa' quotata, caratterizzata da minori oneri e maggiore flessibilita' gestionale e organizzativa".

Con un premio dell'8,5% rispetto alla chiusura dello scorso 23 dicembre e dell'11,2% sull'andamento di Borsa dell'ultimo mese (+17,8% su 12 mesi), i Besnier ritengono di offrire ai soci di Parmalat "un'opportunita' di disinvestimento da un titolo il cui andamento e' stato caratterizzato da un esiguo volume medio giornaliero di scambi, a fronte del limitato flottante risultante a seguito della precedente offerta pubblica di acquisto volontaria nel 2011", che aveva portato lo stesso Besnier sopra l'87% di Collecchio. Un parere non del tutto condiviso da Azione Parmalat, associazione che raggruppa diversi piccoli azionisti, che "apprezza l'iniziativa" mantenendo nello stesso tempo "perplessita' sul prezzo" ed invita gli associati ad "attendere fino all'ultimo" per aderire, in attesa anche di vedere il prospetto informativo.

Critici i sindacati, che per bocca del segretario nazionale della Flai-Cgil Mauro Macchiesi definiscono l'operazione "quanto meno discutibile se si parla di una multinazionale con un deficit di trasparenza nella gestione del bilancio". Esclusa per il momento una fusione di Parmalat in Sofil, dato che ad oggi - precisano da Parigi - "i programmi dell'Offerente e del Gruppo Lactalis non prevedono operazioni di fusione che coinvolgano l'Emittente nel periodo temporale di 12 mesi dalla data di pagamento" dei titoli conferiti all'Offerta. Lactalis conta in Italia 4mila dipendenti e controlla, oltre a Parmalat, anche Galbani.

 

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