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Economia
Patto Stabilità, la proposta italiana: rapporto debito-Pil giù del 3,5% l'anno

Patto di Stabilità, il premier italiano Mario Draghi e il presidente dell'Eliseo Emmanuel Macron insieme per riscrivere le regole fiscali comunitarie 

Riduzione del rapporto fra debito e Pil del 3,5% l'anno, più investimenti per garantire le crescita e tempi più dilazionati e lunghi per aggiustare il debito comune: sono questi i punti chiave della lettera congiunta firmata la scorsa settimana dal presidente dell'Eliseo Emmanuel Macron e il premier italiano Mario Draghi, nella quale chiedevano la revisione del Patto di Stabilità e l'introduzione di regole fiscali comunitarie più flessibili (ne abbiamo scritto qui). 

 

Ciò che si cela dietro tale richiesta è sicuramente un mix di fattori. Prima fra tutti, come scrive Il Sole 24 Ore, è il peso politico dell'alleanza franco-italiana, affiancata da un gruppo di tecnici firmatari di grande spessore come Francesco Giavazzi, il principale consigliere economico di Palazzo Chigi, Veronica Guerrieri e Guido Lorenzoni, giovani economisti dal ricco curriculum e docenti a Chicago e alla Northwestern, e Charles-Henri Weymuller, consigliere economico di Macron. 

Ma non solo. A pesare sulla lettera congiunta a firma Draghi-Macron c'è anche il calendario. Si avvicina la fase interlocutoria sulle regole fiscali oggi congelate dalla clausola di fuga e la discussione dello European Fiscal Board.

Come l’Authority comunitaria, "anche il documento italo-francese parte dall’idea che le regole fiscali dell’Unione pongano obiettivi sostanzialmente irraggiungibili, in particolare per i Paesi a più alto debito, e lo facciano sulla base di parametri aleatori come la crescita potenziale e l’output gap", spiega Il Sole 24 Ore. Un impianto ormai inefficace, che travolge i Paesi più in difficoltà, Italia in primis. 

 Per questo motivo è bene ripensare a un Patto di Stabilità più unitario: l'obiettivo rimane quello di ridurre strutturalmente il debito, ma a ritmi più percorribili rispetto a quelli fissati dal Fiscal Compact. L'idea è quella di creare "un doppio binario nella regola della spesa, con tempi di aggiustamento differenziati a seconda della destinazione dell’indebitamento". Arrivando alle cifre, per l’Italia significherebbe una riduzione del debito/Pil intorno al 3,5% l’anno.

Infine, conclude Il Sole 24 ore, l’altro pilastro della proposta riguarda la gestione dell’extra-debito creato dalla crisi pandemica che sarebbe affidata a un’agenzia europea finanziata dai contributi con cui ogni Stato pagherebbe gli interessi sulla propria quota, alleggeriti dalla tripla A che etichetta le emissioni comunitarie.

 

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