Renault, nuovo Cda mercoledì su Fca. Allo Stato francese un posto nel board - Affaritaliani.it

Economia

Renault, nuovo Cda mercoledì su Fca. Allo Stato francese un posto nel board

Renault non arriva a una riposta definitiva sul dossier Fca. Dopo più di tre ore di riunione i consiglieri della Casa della Losanga riunitisi per seminare la proposta di fusione alla pari con il gruppo italo-americano hanno deciso di prendere ancora tempo per formulare il proprio giudizio definitivo. I lavori del board continueranno doman, hanno infatti precisano fonti vicine al dossier, spiegando però che i partecipanti hanno confermato l'"interesse" per il progetto.

"Il Consiglio di amministrazione di Renault - si legge in una nota diffusa dal gruppo al termine della riunione - si e' riunito oggi con lo scopo di rivedere nel dettaglio gli elementi costitutivi della proposta ricevuta da Fca il 27 maggio scorso riguardante una potenziale fusione 50/50 tra Renault e Fca". Il Cda, si prosegue nel comunicato, ha "deciso di continuare a studiare con interesse l'opportunita' di una tale fusione e di prolungare i colloqui su questo tema. Si riunira' nuovamente mercoledi' 5 giugno (domani) a fine giornata". 

Uno dei nodi da sciogliere sono le richieste avanzate dal governo francese: lo Stato è azionista al 15% del capitale del gruppo Renault. In particolare, la Francia vorrebbe la garanzia di un posto nel cda della nuova societa' capogruppo e nel Comitato nomine di una holding con sede ad Amsterdam (dove Fca ha già la sua sede legale), divisa al 50-50 tra Renault e Fca, e quotata a Parigi, New York e Milano. Il compromesso con Torino, secondo la Reuters, prevedrebbe che allo Stato francese spetti uno dei 4 posti nel board riservati a Renault, controbilanciati da 4 posti per Fca.

Renault inoltre cederebbe allo Stato francese uno dei due posti che occuperà nel Comitato nomine, formato in tutto da 4 membri. In questo modo Parigi francese potrà avere voce in capitolo nella scelta dei vertici aziendali.

Nello schema dell'operazione, la famiglia Agnelli, che controlla il 29% di Fiat-Chrysler, vedrebbe la sua parte automaticamente diluita al 14,5%,restando comunque primo azionista della nuova società, mentre lo Stato francese scenderebbe al 7,5% dall'attuale 15% che detiene attualmente.