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Economia
"Resto al Sud", chimera o opportunità per gli ultra 50enni per fare impresa?

Resto al Sud è forse la misura più emblematica tra quelle definite negli ultimi anni per sostenere l’occupazione nel Mezzogiorno. Con l’ultima manovra è stata inserita una grossa novità. Ne parliamo con un'addetta ai lavori, esperta di politiche industriali: Anna Lepre, consulente del lavoro, dottore commercialista, iscritta al Registro dei Revisori contabili, nonchè direttore del Centro Studi Lepre Group. 

La legge di Bilancio introduce una novità per i 50enni che hanno perso o rischiano di perdere il lavoro. Darà i suoi frutti?                                                                                                                                                                    "La finalità dell’iniziativa è apprezzabile ma è presto per dire se otterrà i frutti sperati. Estendere Resto al Sud a coloro che abbiano un’età fino a 55 anni significa avere attenzione alle caratteristiche della crisi originata dalla pandemia e, nel contempo, alle ulteriori criticità di base presenti purtroppo nel Mezzogiorno. Non dimentichiamo che le regioni del Sud sono segnate da tassi di disoccupazione elevati e, in particolare, da una disoccupazione femminile (60%) e giovanile (35%) molto superiore sia rispetto alla media nazionale sia ancor di più agli standard europei. Il che si traduce in una diffusissima presenza di nuclei familiari monoreddito. La perdita dell’occupazione in età lavorativa ‘avanzata’, in queste condizioni, ha connotazioni  drammatiche. L’opportunità Resto al Sud può in molte circostanze offrire una risposta concreta a chi ha dovuto dismettere un’attività di lavoro autonomo o si è visto gioco forza privare di altre fonti di reddito. Parliamo di un incentivo che copre fino al 100% delle spese, con un finanziamento massimo di 60 mila euro per le ditte individuali e di 50 mila euro per ogni  persona richiedente e rientrante nei parametri, che può arrivare fino a 200 mila nel caso di società composte da quattro soci. Un finanziamento che è al 50% a fondo perduto e al 50% a tasso zero, da restituire in otto/dieci anni".

Si rilevano criticità negli adempimenti?                                                                                                                      "Finora la misura Resto al Sud ha dato risposte positive, anche se avrebbe potuto essere sfruttata meglio. Le risorse disponibili sono state utilizzate solo parzialmente, ma in ogni caso i beneficiari delle agevolazioni sono stati diverse migliaia. L’estensione del beneficio a fasce non previste nelle versioni precedenti della misura, sotto questo aspetto, risponde a puro buonsenso, al di là della necessità di fronteggiare il crollo dell’economia causato dal Covid 19". 

Quali sono le attività ammesse?                                                                                                                            "L’incentivo si rivolge a imprese costituite dopo il 21/06/2017, oppure a imprese che si costituiscano entro 60 giorni dalla domanda, o 120 giorni se residenti all’estero. Possono inoltre chiedere i finanziamenti i liberi professionisti, in forma societaria o individuale, che non risultino titolari di partita Iva nei 12 mesi antecedenti la presentazione della domanda per lo svolgimento di un’attività analoga a quella proposta. Per quanto riguarda le attività finanziabili, lo spettro è molto ampio. Dall’industria all’artigianato, alla trasformazione dei prodotti agricoli, alla pesca e acquacoltura, alla fornitura di servizi, al turismo e, come accennato, alla libera professione".

E' lunga la durata della valutazione delle domande?                                                                                                "Non ci sono bandi, scadenze o graduatorie: le domande vengono esaminate in base all’ordine cronologico di arrivo. Vanno inviate online tramite la piattaforma web di Invitalia e sono valutate entro 60 giorni dalla data di presentazione, salvo richieste di integrazione dei documenti".

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