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Economia
Battistoni, sartoria vip: s'aggrava la crisi. Si va verso la liquidazione?

Battistoni, s'aggrava la crisi: bocciato il piano per "salvarsi" 

Si aggrava la crisi di Battistoni, il famoso negozio di abbigliamento situato in via condotti a Roma e noto per camiceria e cravatte e di proprietà del finanziere romano Alessandro Barnaba, titolare del fondo Merlyn. Claudio Tedeschi, giudice della XIV sezione civile del tribunale capitolino, ha infatti bocciato con un decreto dello scorso 4 marzo la richiesta di convalida delle misure protettive dai creditori chiesta dall’azienda con il ricorso dello scorso 1 febbraio.

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Perché un provvedimento così duro che di fatto apre la strada alla liquidazione giudiziale? Nel decreto il giudice scrive che l’esperto nominato dal tribunale ha evidenziato che Battistoni versa “in una situazione di crisi insostenibile, ovvero di default, di gran lunga travalicante il mero squilibrio patrimoniale e/o economico-finanziario”. Ciò è avallato dal collegio sindacale della stesa Battistoni che ha giudicato “non idoneo” il piano di risanamento proposto per superare il “palese dissesto che potrebbe vedere soluzioni solamente attraverso l’apporto di risorse finanziarie esterne, stante l’inidoneità, a tali fini, di quelle endogene, attuali o potenziali”. E circa l’intendimento del socio di maggioranza di apportare liquidità ciò “determinerebbe ulteriore incremento del debito gravante sull’azienda, già indebitata per 8,1 milioni, aggravandone la situazione di dissesto”.

Battistoni, i cui debiti sono verso Agenzia delle Entrate, Inps, Inail, Banca Sella, Simest e Ama Roma, è presieduta da Francesco Capodiferro e nel consiglio d’amministrazione siedono Elisabetta Barnaba e il fratello Alessandro. Costui, già responsabile per la banca Jp Morgan della divisione dei mercati mondiali, e sposato con Natasha Bradbury, e col fondo Merlyn è balzato recentemente agli onori della cronaca per aver redatto un piano per Tim, bocciato dal consiglio d’amministrazione del gruppo tlc.

Barnaba, classe 1973, fra l’altro appassionato di polo, è stato l'uomo chiave della trattativa che ha portato Dan Friedkin sul ponte di comando della As Roma. E nel 2015 Barnaba con il socio Luigi Gatti (figlio del defunto finanziere Massimo) rilevò il 70% delle quote di Battistoni per 3 milioni. Oggi ne è socio all’81,6% mentre Gatti ha l’8,8% e la famiglia Costa il 9,5%. Nel 2021 (ultimo bilancio disponibile) Battistoni (che ha aperto anche una boutique a Beverly Hills) aveva accumulato perdite per oltre 11 milioni, poi ripianate.

 






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