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Economia
Stop alle auto a benzina dal 2035, ma l'Italia chiede all'Ue la proroga al '40

Transizione energetica, l'Ue chiede lo stop alle auto a benzina e diesel dal 2035. Ma l'Italia non è pronta 

L'Italia non è pronta a eliminare i motori a combustione a partire dal 2035. Minimo servono altri cinque anni. Un "limite" che coinvolge anche Bulgaria, Portogallo, Romania e Slovacchia. I cinque Paesi hanno infatti presentato un documento congiunto che propone di posticipare lo stop.

Il grande tema di discussione riguarda la proposta della Commissione europea e dell'Europarlamento di bloccare l'uso di auto a benzina e diesel a partire dal 2035, in linea con limiti di emissioni concordati. Ora  però l'Italia, in vista della riunione del Consiglio ambiente Ue fissata per martedì 28, ha chiesto all'Ue una slittamento, con l'obiettivo specifico di ottenere modifiche al testo sotto esame sui veicoli commerciali, i biocarburanti e le produzioni di nicchia.

Ma del tema si è discusso anche a Roma con la richiesta, espressa da produttori e sindacati del settore automotive, in un tavolo convocato al Mise, che ha riunito cinque ministri e oltre 40 sigle. Rinviare lo stop ai motori termici, fissato dal Parlamento Ue al 2035 e che sarà al vaglio del Consiglio europeo ambiente il prossimo 28 giugno, o avere almeno una percentuale inferiore rispetto al 100% del phase out: questa la richiesta arrivata da gran parte della filiera. La posizione del governo non è però apparsa univoca. 

Le diverse anime passano dal ministro dello Sviluppo Giancarlo Giorgetti che teme una "curva pericolosa" per la quale usare prima il freno, al ministro del Lavoro Andrea Orlando che ritiene difficile poter fermare la tabella di marcia. E poi il ministro della transizione ecologica Roberto Cingolani che sembra avere un approccio pragmatico.

Il rinvio è stato definito "auspicabile dal presidente di Anfia, Paolo Scudieri, spiegando che non si tratta di "trascurare l'ambiente, ma dare la possibilità ad altri spazi tecnologici, come i carburanti sintetici, i biocarburanti, l'idrogeno, di partecipare alla transizione" che dovrà essere caratterizzata da "pluralità tecnologica e linearita'".

Una transizione però nei fatti è già iniziata con tempi che, al di la' delle decisioni prese in sede europea, sono dettati dai grandi player della produzione, come ha sottolineato il ministro del Lavoro Orlando, aggiungendo che "possiamo chiedere  più risorse per mantenere la tabella di marcia, ma mi sembra molto difficile sovvertirla". Il titolo de Lavoro si fa quindi portavoce della linea più verde del governo. 

Enrico Giovannini, titolare dei trasporti, preme da sempre per non rinviare la transizione, ma non ha espresso questa volta la propria posizione, anche perch+è richiamato da impegni internazionali si è trattenuto solo poco al tavolo.

Di "paesaggio molto vario" ha parlato il ministro Roberto Cingolani, spiegando che "non tutti hanno chiesto di rimandare la transizione" ma "sono emerse richieste miste: c'e' chi e' piu' sull'elettrico, chi su un certo tipo di carburante".

Mentre, sul fronte sindacale duro l'affondo della Fiom, che ha parlato di "ennesima occasione persa" senza "l'opportunita' di un vero confronto", chiedendo di restringere il tavolo e farne partire uno specifico. La Uilm sottolinea come l'Italia abbia già accumulato troppo ritardo, proponendo incentivi all'acquisto di auto elettriche e la creazione di una Agenzia degli approvvigionamenti. Dalla Fim invece la proposta di una cabina di regia tecnica per orientare la transizione.

I numeri sembrano comunque segnare un cambio di scenario. Negli ultimi tre anni, infatti, sono piùche dimezzate in Italia le immatricolazioni delle auto alimentate a benzina e gasolio, mentre crescono quelle delle auto elettriche.

A delineare il quadro è l'Unrae, l'Associazione delle case automobilistiche estere, che spiega come le immatricolazioni delle auto a benzina si siano fermate a 436mila, quelle a gasolio a 323mila, rappresentando comunque ancora il 90% del parco circolante, con oltre 34,5 milioni di unita'.

Le auto elettriche "con la spina" sono invece salite a quasi 137mila nel 2021, raggiungendo quota 9,4% del totale. Una percentuale pero' ancora molto lontana dal 26% della Germania, dal 18,6% del Regno Unito e dal 18,3% della Francia.

Transizione, svolta verso le auto elettriche: il monito dei 5S 

Nel frattempo, i deputati del Movimento 5 stelle in commissione Attività produttive Giuseppe Chiazzese e Luca Sut hanno chiesto al governo di "smentire subito la notizia, circolata in queste ore, dell'adesione del nostro Paese alla richiesta di far slittare al 2040 il bando dell'immatricolazione di veicoli con motore termico".

"Proprio oggi si è svolto finalmente un tavolo sulla riconversione del settore all'elettrico, come il Movimento chiedeva da tempo, perchè l'obiettivo dev'essere quello di accompagnare le imprese e le parti sociali nella costruzione di una filiera italiana della mobilità elettrica e circolare", hanno sottolineato.  "Non vorremmo, hanno rimarcato, che la richiesta di gradualità espressa dal ministro Giorgetti nascondesse in realtà l'intenzione di unirsi ai pochi Paesi che chiedono di allungare i tempi".

"Sarebbe assurdo,  hanno ripreso Chiazzese e Sut, innanzitutto oerchè le case automobilistiche, inclusa Stellantis, saranno pronte molto prima del 2035 a produrre soltanto vetture elettriche, poi perchè andare al 2040 significa automaticamente non rispettare gli obiettivi di riduzione delle emissioni".

"Questo durissimo periodo di siccità, caro energia e carenza di materie prime non ci ha insegnato nulla?", si sono  chiesti i deputati 5S. "Dobbiamo subito sostenere imprese e lavoratori per realizzare in Italia componentistica e veicoli a zero emissioni, valorizzando la nostra grande capacità di utilizzare le materie prime seconde, ma accompagnare e incentivare la riconversione non può e non deve significare ritardarla", hanno concluso. 

Auto elettriche, stop Ue dal 2035: il commento di Bonelli (Verdi)  ed Eleonora Evi 

Sulla stessa scia anche il co-portavoce di Europa verde Angelo Bonelli ed Eleonora Evi. "Di fronte alla drammatica crisi climatica che stiamo vivendo, oggi ad esempio rappresentata dalla siccitò, dalle elevate temperature e dagli alti livelli di inquinamento nelle città, questo governo in maniera assolutamente irresponsabile chiede, in sede di Consiglio Ue, di posticipare al 2040 lo stop della auto a diesel e benzina".

"Gli esponenti del nostro attuale governo, hanno sottolineato Bonelli ed Evi, saranno ricordati nella storia come coloro i quali nulla hanno fatto per tutelare il futuro delle generazioni che verranno". "Siamo stanchi di questa ipocrisia dei vari ministri di questo governo, Cingolani in primis, che parlano di crisi climatica nei convegni ma nei loro atti governativi sono i peggiori nemici della transizione ecologica", hanno concluso il co-portavoce di Europa verde ed Eleonora Evi. 

 

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