Economia
Superbonus, ecco come i crediti d'imposta impattano sul bilancio statale

Se da un lato il credito d'imposta del 110% non è debito pubblico, dall'altro viene rilevato come un'attività nel bilancio: ora lo Stato dovrà rivedere i conti
Superbonus e il pasticcio sui crediti d'imposta, la Corte dei Conti intervenga per dipanare il bandolo della matassa. Commento
Premetto che non sono un giurista o un commercialista, ma un semplice studioso di economia, e questa volta voglio addentrarmi nella discussione inerente il credito d’imposta. Supponendo che tutti sappiamo cos'è possiamo dire che “i crediti d'imposta emessi vengono conteggiati nella contabilità dello Stato Italiano nel momento in cui vengono stabiliti o accordati. Questo avviene tipicamente tramite la predisposizione di leggi, decreti o provvedimenti che riconoscono determinati crediti d'imposta a determinate categorie di contribuenti o per determinate finalità. Il conteggio avviene quindi nel momento in cui si verificano le condizioni previste per l'ottenimento dei crediti d'imposta, ad esempio quando si realizzano determinati investimenti, si assumono determinati lavoratori o si effettuano determinate spese”.
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Ora per entrare nel vivo della questione dei crediti d'imposta ne abbiamo circa 140 miliardi ed una domanda nasce spontanea: sono tutti veri? Parleremo in seguito del controllo che si fa solo a monte e non a valle. Tornando all'argomento l'Eurostat ci dà una risposta positiva ed una negativa, ma parziale. Il credito d'imposta del 110% non è debito pubblico e questa è la nota positiva. Per quanto concerne la spesa corrente Giulia Sirtoli il 15 febbraio 2023 ha scritto un articolo che considero esaustivo: "Il 110% non è debito pubblico" pubblicato su ItaliaOggi.it. Ora rimane da definire come attribuire il credito d'imposta emesso: se per anno di emissione o quando verrà incassato.
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Ed ecco la sorpresa finale: “In base alla normativa fiscale italiana, i crediti d'imposta vengono contabilizzati al momento dell'emissione". Questo significa che, una volta che una società o un contribuente ha diritto a un credito d'imposta, questo viene rilevato come un'attività nel bilancio al momento in cui sorge il diritto. Forse i bilanci dello Stato non sono a “norma”? Qualcuno si è dimenticato di registrarli al momento dell'emissione? Chi ne risponderà? Per tutto ciò sarà bene che intervenga la Corte dei Conti per dipanare il bandolo di questa matassa. Chiudo riprendendo il tema dei controlli, perché di falsità in circolazione ve ne è molta, domanda: è possibile coinvolgere commercialisti, tecnici progettisti e di cantiere per certificare il buon fine dei lavori? Allo Stato non costa niente, ma sarà bene anche tutelare le categorie sopra citate. Se interverranno nuovi sviluppi vedremo in quale quadro saranno inseriti e magari potremmo fare un ulteriore commento. Grazie.