Telecom, no alla conversione delle risparmio. Il titolo vola - Affaritaliani.it

Economia

Telecom, no alla conversione delle risparmio. Il titolo vola

Chiusura in netto rialzo per Telecom Italia (+5,61% a 1,149 euro) nel giorno in cui si è riunita l’assemblea degli azionisti chiamata a deliberare la conversione delle azioni di risparmio (+3,81% a 0,9135 euro); la proposta è stata bocciata dall’assise dei soci.

L'assemblea di Telecom Italia ha nominato i quattro consiglieri proposti da Vivendi, ma ha bocciato la richiesta di svincolarli dal divieto di concorrenza.

L'allargamento del consiglio a 17 da 13 a la nomina dei quattro rappresentanti è passata con il 52,9% del capitale presente. La delibera sullo svincolo del divieto di concorrenza non ha superato il 50% e ha raggiunto voti favorevoli pari al 49,7% del capitale presente.

A questo punto i neo-consiglieri di Vivendi dovranno decidere se accettare l'incarico.

Mercoledì è in programma un cda Telecom Italia. Il presidente Giuseppe Recchi ha detto, a margine dell'assemblea, che la partecipazione dei consiglieri Vivendi è prevista a meno che "si rendano indisponibili".

L’assemblea di Telecom Italia ha bocciato la conversione delle azioni di risparmio in ordinarie, proposta dal consiglio di amministrazione della compagnia lo scorso 5 novembre. Il 36% del capitale presente si è infatti astenuto, stoppando di fatto l'operazione che avrebbe avuto la necessità di essere approvata da due terzi dei presenti, ossia da oltre il 66% dei voti assembleari. Hanno invece espresso giudizio favorevole solamente il 62,5% dei votanti.

Il risultato, comunque, era già scontato da questa mattina, dopo che è emerso che Vivendi pesava in assemblea per il 35,9% dei voti. Il gruppo di Oltralpe già da venerdì scorso aveva annunciato che si sarebbe astenuto dal voto assembleare non tanto perché contrario alla conversione delle risparmio in ordinarie, ma perché non condivideva le condizioni proposte. Condizioni che il board di Telecom Italia aveva condiviso con gli advisor Citigroup e Equita e che, come ha sottolineato il presidente di Telecom, Giuseppe Recchi, «risultano comparabili a quelle dei numerosi e recenti precedenti». Recchi, per altro, nel corso dell'assise dei soci, ha ricordato che la conversione «era oggetto di studio da mesi. Si è deciso di andare avanti in questo momento storico – ha spiegato - in quanto si erano venute a creare condizioni di mercato favorevoli».

L’amministratore delegato di Vivendi, Arnaud de Puyfontaine, dal canto suo ha tenuto a precisare che il gruppo di Oltralpe non ha «cambiato idea all'ultimo minuto» sul tema della conversione. «È sbagliato, non e' fattuale – ha incalzato - venerdì scorso abbiamo sostenuto la nostra astensione alla conversione con la prospettiva rivedere le condizioni».

L’amministratore delegato di Vivendi, sottolineando la necessità di Telecom di avere un azionariato stabile, ha ribadito a più riprese che il socio di Oltralpe, che detiene il 20,5% delle azioni, ha intenzione di rimanere nel capitale della compagnia telefonica per lungo tempo, in qualità di socio industriale. «Vivendi - ha detto - è un gruppo serio che potrebbe contribuire a creare ulteriore valore per Telecom Italia. Vogliamo unire le forze e creare valore per tutti gli azionisti».