Economia
Tempesta a Francoforte, il sindacato dei dipendenti accusa la Bce di favoritismi e intimidazioni: Lagarde nel mirino
Un sondaggio interno condotto tra i dipendenti della Bce ha messo in luce un diffuso malessere, insoddisfazione e sfiducia nella leadership

Christine Lagarde
Favoritismi e censura interna: la Bce finisce nei guai legali con i suoi dipendenti
Anche tra le mura della Banca Centrale Europea, guidata da Christine Lagarde, le tensioni interne si fanno sentire. Il sindacato Ipso, che rappresenta i dipendenti dell’istituzione di Francoforte, ha avviato un’azione legale contro la Bce, denunciando quella che definisce una strategia di "intimidazione" e di "censura" nei confronti dei rappresentanti del personale.
Il caso è iniziato dopo un’intervista rilasciata a maggio da Carlos Bowles, portavoce del sindacato, a un quotidiano tedesco. Bowles aveva commentato i risultati di un sondaggio interno tra circa 1.400 dipendenti, che evidenziava come due terzi degli intervistati fossero riluttanti a segnalare problemi o errori ai superiori. Lo stesso sondaggio rivelava una diffusa sfiducia nella leadership e diversi favoritismi nei processi interni.
In risposta, la Chief Services Officer della Bce, Myriam Moufakkir, ha inviato una serie di lettere ai rappresentanti sindacali, accusando Bowles di aver violato il dovere di lealtà e di aver minato la fiducia pubblica nell’istituzione. La dirigente ha chiesto di astenersi dal rilasciare dichiarazioni simili in futuro, pur precisando che le lettere non costituivano richiami formali, ma chiarimenti.
Il sindacato ritiene invece che quelle comunicazioni siano un tentativo di ostacolare l’attività sindacale e la libera espressione dei dipendenti, e ha quindi presentato il 13 ottobre un ricorso al Tribunale dell’Unione Europea. Ipso sostiene che la Bce stia violando diritti fondamentali tutelati sia dalla Carta dei Diritti Fondamentali dell’UE sia dalla Convenzione Europea dei Diritti dell’Uomo, in particolare la libertà di espressione e di associazione.
La vicenda è poi sfociata in diverse conseguenze pratiche, per esempio, alcune interviste previste con i media sono state cancellate per timore di ritorsioni. La BCE, da parte sua, ribadisce il suo impegno alla trasparenza e al rispetto dello stato di diritto, ma non ha per ora commentato i procedimenti legali in corso.