Ucraina, da Varsavia alla Slovenia: perché la guerra del grano fa male all'Ue - Affaritaliani.it

Economia

Ucraina, da Varsavia alla Slovenia: perché la guerra del grano fa male all'Ue

di Enrico Verga

Se da una parte il commercio Ue è in mano trader che hanno interesse a vendere a buon prezzo, dall'altra la partita geopolitica è sempre più "calda"

Il problema creato dall’export ucraino rischia di non risolversi velocemente. Per aiutare economicamente l’Ucraina è plausibile che ogni facilitazione, oggi accordata al settore agricolo, rimarrà per alcuni anni. L’Unione Europea rischia di danneggiare tutto il settore agricolo orientale. Tutti questi stati sono democrazie libere e, per alcuni, le elezioni sono vicine (la Polonia a fine 2023, per esempio). Esiste il rischio che i partiti dell’opposizione, cavalcando l’onda del malcontento tra gli agricoltori, possano vincere le elezioni, rendendo alcuni di questi paesi meno amici degli interessi Nato (tipo l’Ungheria). A questo si aggiunga il pericolo sanitario che i prossimi raccolti potrebbero rappresentare. Una parte dei terreni agricoli ucraini saranno sempre più esposti a differenti agenti contaminanti sia di natura chimica che, con i nuovi carri armati Challenger, radioattiva.

La Nato stima che lo sminamento dei territori agricoli richiederà anni. Per conseguenza i terreni agricoli liberi saranno soggetti a coltivazioni intensive. Ovviamente le autorità europee vigilano, come sempre, sulla salute dei beni alimentari che vanno sulle tavole dei cittadini dell’Unione. Al momento non si segnalano casi di cibo con livelli di tossicità oltre la norma. Il problema primario resta lo squilibrio economico dato dai prodotti ucraini e le ripercussioni sul medio termine nell’elettorato europeo danneggiato.