Ucraina, da Varsavia alla Slovenia: perché la guerra del grano fa male all'Ue - Affaritaliani.it

Economia

Ucraina, da Varsavia alla Slovenia: perché la guerra del grano fa male all'Ue

di Enrico Verga

Se da una parte il commercio Ue è in mano trader che hanno interesse a vendere a buon prezzo, dall'altra la partita geopolitica è sempre più "calda"

A fine marzo 2023 oltre 23 milioni di tonnellate metriche di grano e altre commodities alimentari erano state esportate attraverso il mar Nero, stante i dati della UE. The Black Sea Grain Initiative implementato da Turchia, Russia e Ucraina ha permesso ai cereali bloccati nei magazzini dei porti di Odessa, Chernomorsk e Yuzhny di raggiungere i mercati europei e del terzo mondo. Circa 22 milioni di tonnellate di cereali si stima fossero bloccati nei silos.

Dal suo lancio sino al 15 marzo 2023 la Black Sea Grain Initiative ha permesso a 927 cargo di uscire dall’Ucraina. 45 differenti nazioni hanno ricevuto le commodities. Tra i primi 5 stati per quantità di navi e merci ricevute ci sono la Turchia e 3 stati europei: Spagna, Italia e Olanda. Come riporta la Think Tank agricola Farm Europe di tutti i cereali esportati circa il 40% sono finiti in Europa e l’11% in Turchia.

Bruxelles sta cercando in ogni modo di raffreddare gli animi. Il 20 Marzo ha offerto un totale di 56 milioni di euro in compensazione per gli agricoltori danneggiati. Di questi la Bulgaria ne ha ricevuti quasi 17 milioni, i polacchi 30 milioni e i rumeni circa 10 milioni. Le cifre in ballo sono considerate insufficienti sia dagli agricoltori che dai politici degli stati danneggiati.